Campo Calabro (RC): il CfS sequestra canile privato gestito da “Lega Nazionale della Difesa del Cane”

Lega Nazionale della Difesa del Cane

Allegato Articolo sequestro canile Campo calabro26.08.2016 – Gli agenti del Nucleo NIRDA (Nucleo Investigativo Reati a Danno degli Animali) del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria, coadiuvati dal personale dei Comandi Stazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte e San Roberto, unitamente ad unità afferenti al NIPAF (Nucleo Investigativo Polizia Ambientale e Forestale) su disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno proceduto al sequestro preventivo di un canile privato sito in Campo Calabro (RC), gestito dalla “Lega Nazionale della Difesa del Cane”, che, al momento del sequestro, ospitava circa 300 cani. Tale misura si è resa necessaria a seguito delle risultanze di una serie di sopralluoghi ed accertamenti effettuati dal personale del NIRDA unitamente ai Dirigenti Veterinari delle aree “A” e “C” dell’ASP di Reggio Calabria, nel corso dei quali venivano evidenziate numerose carenze strutturali e gestionali del canile, ovvero l’assenza di una adeguata area di sgambamento per i cani, box con un numero di animali eccessivo, mancanza di ambulatorio e medicheria, mancanza di un’area idonea per garantire l’isolamento di animali con gravi patologie infettive, mancanza del registro dei trattamenti vaccinazioni e controlli diagnostici. Il gestore, inoltre, era sprovvisto di autorizzazione sanitaria da parte dell’Ufficio competente dell’ASP di Reggio Calabria e non venivano compilate le schede di identificazione dei cani, molti dei quali sprovvisti di microchip obbligatorio e di conseguenza non registrati all’anagrafe canina, e di valutazione comportamentale degli stessi in caso di adozione.La mancanza di un Direttore sanitario, infine, non garantiva la necessaria attività di prevenzione, cura e profilassi di patologie degli animali presenti in struttura.Nel corso delle attività svolte, il personale operante evidenziava la presenza di ciotole vuote per l’acqua e numerosissime feci anche pregressi sulla base dei box, molti dei quali realizzati con materiale di fortuna e con pavimentazione in terra battuta, dalle quali si sprigionava un olezzo nauseabondo.Diversi cani si presentavano con lesioni, ferite non rimarginate, stato di sofferenza e prostrazione fisica e psicologica dovuta anche all’eccessivo numero di animali presenti, che determinava anche un continuo stato di stress dei cani che, in diverse circostanze, sfociava in vere e proprie zuffe.Alla responsabile della struttura, in piena battuta, sono stati contestati i reati di cui all’art.544 bis del Codice Penale, relativamente al maltrattamento di animali.La Procura della Repubblica di Reggio Calabria, unitamente al Corpo Forestale dello Stato Nucleo (NIRDA), ha inteso operare con prioritario intento di salvaguardare la salute ed il benessere degli animali, chiedendo ed ottenendo che, a seguito del sequestro preventivo, il canile venisse affidato in custodia al Dirigente del Servizio Veterinario dell’ASP competente, al fine di individuare le prescrizioni necessarie per consentire l’adeguamento igienico-sanitario della struttura.

comunicato stampa  – Corpo Forestale dello Stato – Procura della Repubblica

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