Nuovo regolamento della Camera limita il dovere di cronaca

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Roma 24/09/2016 12:55 – Ennesima stretta sul modo di fare giornalismo. La novità arriva dalla Camera dei deputati, o meglio dal nuovo codice di comportamento per chi ha accesso alla Camera dei deputati (TgCom24). I dettagli del nuovo codice in cui verranno messi “alla berlina” alcuni comportamenti del libero giornalismo, vengono dati dal “Fatto”.  Se il documento imporne di restare “in silenzio” durante i lavori dei parlamentari, senza muoversi dalle tribune riservate alla stampa, cosa ovvia e di buon senso, non sembra tanto logico il fatto di dover “interrompere immediatamente le riprese a ogni sospensione di seduta”. Vietato riprendere i fuggi fuggi verso porte e buvette, le calche, i saluti: sono fatti privati, viene riferito. Viene di fatto vietato diffondere “fotografie e riprese visive atte a rilevare comunicazioni telefoniche”, niente più fotografie e riprese “non essenziali per l’esercizio del diritto di cronaca relativo all’attualità e allo svolgimento dei lavori in Aula”. Niente più immagini di pizzini e letterine, quindi, o di tablet e smartphone di giochini e di ricerche su Google. Sarà vietato riprendere i deputati che fanno il sonnellino sul banco dell’Aula: che cosa c’entrano con i lavori in corso? E non saranno più permesse riprese “che comportino un danno alla dignità dei deputati e membri del governo presenti in aula e al diritto alla riservatezza”. Cioè il lavoro della platea giornalistica non sarà più la cronaca ed i retroscena della vita della “casta” ma bensì, da quanto si apprende, una mera e propria redazione di un verbale di “assemblea condominiale”. Quindi verrebbe meno l’utilità dei giornalisti alle sedute delle due camere, basterebbe ritirare in segreteria i documenti dattiloscritti e fare un “copia/incolla”. Viene reso noto inoltre che il nuovo regolamento entrerà in vigore il 10 ottobre p.v. e ad ogni violazione comporterà il divieto temporaneo di accesso alle tribune. La politica in questo modo si stà sempre più allontanando dalla vita reale, costruendosi la sua torre d’avoirio.

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About the Author: Carlo Viscardi