Santelli (FI): “L’Upb boccia i conti del governo e la propaganda di Renzi”

Santelli 04 ottobre 2016 – “Il vero problema avvertito oggi nel commentare l’operato di Matteo Renzi è quello della memoria. Giá, perché è pronto a dichiarare al mattino e puntualmente a cambiare idea con l’imbrunire, ad essere d’accordo con tutti e poi con nessuno ed infine neanche con sé stesso. Roba ‘derobertiana’, da Consalvo Uzeda Principe di Francalanza, meschino, spregiudicato e demagogo personaggio della Roma risorgimentale, con la differenza che almeno quest’ultimo passò dal voto popolare per entrare in Parlamento.” Lo dichiara la deputata forzista Jole Santelli, coordinatore regionale del partito in Calabria. “Una delle caratteristiche appartenenti al Premier è quella di delineare un muro con un passato inguardabile e di contrapporre ad esso un futuro illuminato, soltanto se ne è lui il protagonista. Colui che a suon di rottamazione é finito poi con il restaurare cimeli della politica e pratiche che non giovano all’onestà delle relazioni politiche. È l’arroganza, l’impudenza e l’assenza di verità a renderlo poi Napoleone orwelliano. È assurdo pertanto che il Presidente del Consiglio cerchi di far credere al Paese che la sua revisione della Costituzione è una Riforma necessaria per risollevare l’economia e lo sviluppo dell’Italia. È una scusa, un tentativo di giustificare quanto non fatto. Un escamotage per distogliere l’attenzione da ciò di cui l’Italia necessita e per nascondere che il suo Governo, che dal suo tintinnio di campanellino a Febbraio 2014 avrebbe dovuto ‘cambiare verso all’Italia in cento giorni’, latita o improvvisa maldestramente sulle riforme davvero importanti quali quella del Lavoro, della Pubblica Amministrazione, del Fisco e della Giustizia. L’ennesimo richiamo alla realtà è arrivato al premier da parte dell’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio), l’organismo guidato da Pisauro che dà un “esito non positivo” alla verifica sulla nota di aggiornamento al Documento di programmazione presentato nei giorni scorsi. Punto dolente, lo 0,4% di deficit aggiuntivo legato agli interventi per il terremoto e per i migranti, che secondo l’esecutivo porterà a una crescita equivalente del Pil. Lo scenario tendenziale del governo per il prossimo anno è di una crescita dello 0,6% (le precedenti stime vedevano addirittura una crescita di 1,8 punti percentuali) e con la nuova previsione, non supportata da alcun dato reale, la crescita salirebbe all’1%. L’organismo ricorda a Renzo e Padoan che i numeri non sono parole. Un’alterazione con cui aumentare consenso in vista del voto referendario del 4 Dicembre da correggere poi con una manovra correttiva, quando il suo bluff sarà scoperto. L’Italia è più forte delle menzogne e dell’arroganza e lo dimostrerà bocciando Renzi e la sua Riforma del compromesso.”

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