In aumento seprazioni e divorzi, ma in Tribunale si incentiva la mediazione familiare

mediazione-familiare-207\12\2016 – “Pur se non obbligatoria, la mediazione familiare risulta importantissima nella gestione del conflitto che interessa in coniugi, soprattutto per il bene dei figli. Da qualche mese anche presso il Tribunale di Cosenza si sta incentivando la mediazione familiare con una specifica ordinanza del Presidente che invita le parti ad avviare il percorso di mediazione. Un percorso più economico per i coniugi, ma che soprattutto accorcia i tempi della separazione che avviene in modo meno traumatico”. E’ quanto emerso dal convegno “Mediazione familiare: dalla parte dei figli” promosso dall’organismo SPF Mediazione, svoltosi ieri a Cosenza. La mediazione -ha spiegato Giuseppina De Aloe direttore scientifico di SPF Mediazione – innesca dei meccanismi interrotti ed è l’unico strumento per ridurre ai minimi termini gli effetti negativi che potrebbero derivare dalle separazioni della coppia, effetti che hanno ripercussioni pesanti soprattutto sui figli. Il mediatore familiare è una persona formata che interviene per coadiuvare i coniugi, nella fase più complicata della loro storia: perchè la mediazione fa emergere il bisogno ed il riconoscimento dell’altro”. Ad intervenire nel corso del convegno anche il Professore Pietro Fantozzi, docente dell’Unical che si è focalizzato sui cambiamenti della famiglia di oggi e sul ruolo della mediazione familiare come mediazione sociale. “Il tema della mediazione diventa sempre più importante, prima era inesistente, oggi comincia ad essere rilevante come mediazione sociale di sistema. La mediazione sociale e familiare andrebbe regolamentata anche in Calabria, purtroppo siamo indietro rispetto ad altre regioni dove esistono già normative a riguardo”. Il convegno, moderato dalla giornalista Emily Casciaro, ha visto un’ampia partecipazione di assistenti sociali, psicologi ed avvocati, interessati ad un tema di grande attualità. I numeri parlano di separazioni e divorzi in costante e inarrestabile crescita anche in Calabria, ma i numeri non possono rappresentare la dimensione più tragica di un fenomeno che coinvolge non soltanto due persone che non si amano più e scelgono di separarsi, ma spesso anche minori, bambini che devono affrontare il dolore della disgregazione della propria famiglia. “I bambini sono spettatori passivi all’interno della coppia che litiga – ha spiegato la psicologa Elvira Orrico nel corso del suo intervento – ed il bambino ne porterà i segni per il resto della sua vita. L’accordo si raggiunge attivando nuovi canali di comunicazione. La mediazione aiuta i due ex partner a trovare una soluzione ed a porsi in ascolto attivo”. “I bambini devono avere l’energia di affrontare la transizione di conflitto e separazione dei genitori – ha detto l’avvocato e mediatore familiare Brunella Tassone – ed il mediatore ha una esperienza specifica, una formazione completa a 360 gradi, diversa dallo psicologo e dal legale che riesce, se c’è la buona volontà dei coniugi, a far trovare loro un punto di incontro, nel bene dei figli. Perché anche se un matrimonio finisce, non si smette mai di essere genitori.”

IN AUMENTO SEPARAZIONI E DIVORZI, MA IN TRIBUNALE SI INCENTIVA MEDIAZIONE FAMILIARE

“Pur se non obbligatoria, la mediazione familiare risulta importantissima nella gestione del conflitto che interessa in coniugi, soprattutto per il bene dei figli. Da qualche mese anche presso il Tribunale di Cosenza si sta incentivando la mediazione familiare con una specifica ordinanza del Presidente che invita le parti ad avviare il percorso di mediazione. Un percorso più economico per i coniugi, ma che soprattutto accorcia i tempi della separazione che avviene in modo meno traumatico”. E’ quanto emerso dal convegno “Mediazione familiare: dalla parte dei figli” promosso dall’organismo SPF Mediazione, svoltosi ieri a Cosenza. La mediazione -ha spiegato Giuseppina De Aloe direttore scientifico di SPF Mediazione – innesca dei meccanismi interrotti ed è l’unico strumento per ridurre ai minimi termini gli effetti negativi che potrebbero derivare dalle separazioni della coppia, effetti che hanno ripercussioni pesanti soprattutto sui figli. Il mediatore familiare è una persona formata che interviene per coadiuvare i coniugi, nella fase più complicata della loro storia: perchè la mediazione fa emergere il bisogno ed il riconoscimento dell’altro”.Ad intervenire nel corso del convegno anche il Professore Pietro Fantozzi, docente dell’Unical che si è focalizzato sui cambiamenti della famiglia di oggi e sul ruolo della mediazione familiare come mediazione sociale. “Il tema della mediazione diventa sempre più importante, prima era inesistente, oggi comincia ad essere rilevante come mediazione sociale di sistema. La mediazione sociale e familiare andrebbe regolamentata anche in Calabria, purtroppo siamo indietro rispetto ad altre regioni dove esistono già normative a riguardo”. Il convegno, moderato dalla giornalista Emily Casciaro, ha visto un’ampia partecipazione di assistenti sociali, psicologi ed avvocati, interessati ad un tema di grande attualità. I numeri parlano di separazioni e divorzi in costante e inarrestabile crescita anche in Calabria, ma i numeri non possono rappresentare la dimensione più tragica di un fenomeno che coinvolge non soltanto due persone che non si amano più e scelgono di separarsi, ma spesso anche minori, bambini che devono affrontare il dolore della disgregazione della propria famiglia. “I bambini sono spettatori passivi all’interno della coppia che litiga – ha spiegato la psicologa Elvira Orrico nel corso del suo intervento – ed il bambino ne porterà i segni per il resto della sua vita. L’accordo si raggiunge attivando nuovi canali di comunicazione. La mediazione aiuta i due ex partner a trovare una soluzione ed a porsi in ascolto attivo”. “I bambini devono avere l’energia di affrontare la transizione di conflitto e separazione dei genitori – ha detto l’avvocato e mediatore familiare Brunella Tassone – ed il mediatore ha una esperienza specifica, una formazione completa a 360 gradi, diversa dallo psicologo e dal legale che riesce, se c’è la buona volontà dei coniugi, a far trovare loro un punto di incontro, nel bene dei figli. Perché anche se un matrimonio finisce, non si smette mai di essere genitori.”

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