Caccia aperta ai complici e finacheggiatori di Anis Amri

Anis Amri, cittadino tunisino ucciso in un conflitto a fuoco con gli uomini della Poliza di Stato italiana a Sesto san Giovanni (Mi), sarebbe il presunto responsabile della strage di Berlino. L’uomo pare fosse anche in contatto con un nipote attraverso Telegram, per poter eludere i controlli delle forze dell’ordine. Lo hanno rivelato le forze di sicurezza tunisine, che hanno smantellato ieri una cellula terroristica composta da tre membri tra i 18 e i 27 anni, tra cui il nipote dello stesso Amri. Gli è stata trovata adosso una pistola con la quale ha anche fatto fuoco contro i polizziotti che dovrebbe essere la stessa con cui  ha ucciso l’autista polacco del Tir utilizzato per la strage. Amri si era radicalizzato in carcere come testimonia il video diffuso dall’Isis nella rivendicazione del vile attentato. Critiche e polemiche sull’intelligence e sulla sicurezza tedesca. In particolare è preoccupante pensare che un ricercato internazionale riesca a passare i confini di alcuni stati per poi essere rintracciato causalmente in Italia. Da diverse ore è caccia ai possibili finacheggiatori e complici del terrorista tunisino. Pensare che era arrivato con i barconi tratti in salvo e portati nei centri accoglienza, in uno dei quali aveva partecipato ad una mini ribellione durante la quale venne incendiata anche la struttura.

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