Italia, Jihadismo e radicalizzazione islamica sotto controllo per il governo

Roma 06/01/2017 10:20 – Nelle pagine del rapporto della commissione di studio sul fenomeno di radicalizzazione e dell’estremismo jihadista, come riferito da velina TgCom24, è stata scattata una fotografia nitida del fenomeno foreign fighter in Italia: 110 i combattenti partiti dal Belpaese per unirsi all’Isis sul fronte siriano e iracheno e di ritorno, pronti a continuare la loro missione “a casa”, fra cui donne e minori. Di certo dal rapporto dell’intelligence italiana risulterebbe un quadro molto meno grave che in altri paesi europei. Infatti viene preso come esempio la nostra “cugina” transalpina, la Francia, in cui si contano almeno 1.500 foreign fighter; in Germania mille; 500 in Belgio. Ma tornando agli italiani: 32 combattenti sarebbero deceduti in guerra tra Siria e Iraq; 17 avrebbero già fatto rientro, ma sarebbero sei quelli nel mirino dell’Antiterrorismo. Per i carabinieri del Ros, nel 2016 sarebbero stati identificati oltre 2.000 potenziali terroristi. Nel 2015 erano 1.400″. tando al censimento del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Dap, i detenuti attualmente sotto osservazione per legami fattuali ed ideologici con il terrorismo sono 345; tra questi 153 sono classificati come ad alto rischio radicalizzazione: 18 sono italiani convertiti e 35 i condannati per terrorismo. Altra fonte di proselitismo è  identificabile con siti WEB dove i principali propagandisti online sono italiani convertiti all’Islam, tra i 18 e i 24 anni, a cui si aggiungono soggetti nati e/o cresciuti in Italia.

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About the Author: Carlo Viscardi