Oggi l’esame della Corte Costituzionale sull’Italicum

Roma 09:25 – Oggi, come ricorda una velina Ansa, la Corte Costituzionale esaminerà le 5 ordinanze sull’Italicum frutto di una serie di ricorsi presentati in diversi tribunali italiani. Cinque di questi tribunali – Messina, Torino, Perugia, Trieste e Genova – hanno deciso che alcuni dei rilievi mossi dai ricorrenti sulla nuova legge elettorale non fossero infondati e hanno deciso di sottoporre le questioni ai giudici costituzionali. Anche se presentati in tempi diversi, la presentazione in gazzetta ufficiale è stata contemporanea in modo tale che le varie questioni fossero affrontate in un unico blocco per “chiudere” ogni dubbio. Senza entrare nel merito dei tribunali e della Corte Costituzionale, le somme delle 5 ordinanze comporterebbe lo smantellamento quasi “totale” della tanto “osannata” legge elettorale. Il Tribunale di Messina pone seri dubbi sul premio di maggioranza al primo turno, sul premio al ballottaggio, sulla clausola di sbarramento, sul capolista bloccato mentre gli altri sono scelti con voto di preferenza; e valido solo per la Camera. Il Tribunale di Torino pone seri dubbi sul premio al ballottaggio, sul divieto al secondo turno di apparentamenti o coalizioni col premio che va a chi ottenga il 50% più 1 dei voti; sulla possibilità per il capolista eletto in più collegi plurinominali di scegliere il collegio. Il Tribunale di Perugia solleva dubbi su questioni sui capolista bloccati e sul premio di maggioranza al primo turno. I tribunali di Trieste e Genova sollevano questioni sul turno di ballottaggio e sull’opzione del candidato capolista eletto in più collegi di scegliere a quale agganciarsi. Inoltre il Tribunale di Genova porta all’attenzione della Corte Costituzionale anche questioni relative all’assegnazione del premio di maggioranza al primo turno e una questione concernente il meccanismo del recupero proporzionale dei voti nella Regione Trentino-Alto Adige. Leggendo le obiezioni dei vari tribunali possiamo bensì capire che della riforma elettorale non rimarrebbe intatto forse neanche un paragrafo.

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About the Author: Carlo Viscardi