Venti di guerra soffiano in estremo oriente?

Corea del Sud 11:20 – Venti di guerra soffiano in estremo oriente. Il braccio di ferro fra Washington e Pyongyang con dimostrazioni delle relative forze in campo non cessa. Secondo quanto riporta Ansa.it, la Corea del Sud afferma che un sottomarino statunitense a reazione nucleare è arrivato nel porto meridionale di Busan, ma non si prevede che parteciperà alle esercitazioni navali congiunte di Washington e Seul. La versione ufficiale sarebbe che lo Uss Michigan sta facendo una sosta di routine per far riposare il suo equipaggio e fare rifornimenti. Casualmente il sottomarino nucleare è arrivato nel giorno in cui il governo di Pyongyang festeggiava la fondazione del proprio esercito. Un’ennesimo avvertimento arriva dall’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, alla vigilia della festa del 25 aprile per gli 85 anni della fondazione della Korean People’s Army (Kpa), indicata come data del possibile sesto test nucleare nordcoreano, la quale non esclude un raid contro la Corea del Nord se Pyongyang effettuerà un altro test nucleare. L’ambasciatrice precisa che ci sarà una risposta americana, ha aggiunto la Haley, anche nel caso del lancio di un missile balistico intercontinentale o di un attacco a un bersaglio americano, ad esempio una base o una nave americana. Come la portaerei che si sta avvicinando, la Uss Carl Vinson, con cui il Giappone e la Corea del Sud hanno annunciato manovre navali congiunte e che nei giorni scorsi Pyongyang ha minacciato di affondare con un colpo solo. Altro monito arriva dal Pentagono il quale chiede  alla Corea del Nord di “astenersi da azioni provocatorie e da una retorica destabilizzante”. Il regime di Pyongyang “deve fare la scelta di rispettare i suoi obblighi internazionali e di tornare a partecipare a seri negoziati”, ha spiegato il portavoce Gary Ross, in un momento in cui la tensione è alimentata dall’arresto a Pyongyang di Kim Sang-duk, noto anche come Tony Kim, un professore americano di origine coreana: è la primi crisi di un ostaggio per l’amministrazione Trump. In contemporanea il Presidente USA durante un incontro alla Casa Bianca con gli ambasciatori dei 15 paesi membri del Consiglio di sicurezza Onu, ha chiesto all’organismo delle Nazioni Unite di essere preparato a imporre nuove sanzioni alla Corea del Nord. “Lo status quo in Corea del Nord – ha sottolineato – è inaccettabile. E’ un grande problema mondiale che dobbiamo finalmente risolvere. Per decenni la gente è rimasta con i paraocchi, adesso è il momento di risolvere il problema”.  Il presidente continua anche a tessere la sua tela diplomatica, con un ennesimo giro di telefonate al presidente cinese Xi Jinping (che esorta all’autocontrollo e alla moderazione), al premier giapponese Shinzo Abe e alla cancelliera tedesca Angela Merkel. E si prepara il terreno in casa per eventuali azioni, ricevendo mercoledì alla Casa Bianca tutti i 100 senatori (fatto raro se non inedito) per informarli sugli ultimi sviluppi, presenti i segretario di stato Rex Tillerson, il capo del Pentagono James Mattis, il numero uno degli 007 Dan Coats e il capo di stato maggiore delle forze armate Usa Joseph Dunford. I “venti di guerra” sembrano soffiare sempre più forte e la situazione che si stà delineando di certo non si prospetta rosea e senza alcuna ripercussione, la macchina americana sembra essersi messa in moto e puntare in una direzione univoca.

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About the Author: Carlo Viscardi