Catania, “Operazione Big Boss: sgominata banda di romeni dedita a sfruttamento prostituzione. Arrestato anche un latitante”

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare, emessa in data 1.6.2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, traendo in arresto:  C.G. E., Romania (cl.1994), inteso “Edy”, in atto detenuto; N.M., Romania,  (cl.1983), in atto detenuto; D.M., Romania (cl.1994), in atto detenuto;  D’A.S. (cl. 1972),  per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari; L S.A. (cl.1952),  per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, di sfruttamento della prostituzione in pregiudizio di giovani donne connazionali (tra cui una minore), di favoreggiamento della prostituzione e di favoreggiamento personale.  Il citato provvedimento trae origine da un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania ed eseguita dalla Squadra Mobile, che ha consentito di individuare un’organizzazione criminale, dedita allo sfruttamento della prostituzione di giovani donne rumene. Le indagini, di tipo tradizionale, condotte attraverso mirati servizi di osservazione e pedinamento  per lo più nelle zone del capoluogo etneo maggiormente interessate dal fenomeno della prostituzione, e di tipo  tecnico, condotte attraverso una fitta rete di  intercettazioni, sono state avviate dagli investigatori della “Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione”, a seguito delle dichiarazioni rese da una cittadina rumena, vittima di sfruttamento, dopo il suo ingresso sul territorio nazionale. In particolare, la ragazza aveva dichiarato di avere lasciato il proprio paese d’origine insieme ad un connazionale il quale, una volta giunti in Italia, le aveva sottratto la carta di identità, costringendola a prostituirsi, sotto la minaccia di sottrarle il figlio, minore rimasto in Romania. La donna, cedendo alle intimidazioni rivoltele, aveva quindi iniziato a prostituirsi, sotto il costante controllo dello sfruttatore che rimaneva nei pressi del “posto di lavoro” assegnatole, verificando che ella eseguisse quanto impostole, ivi comprese le disposizioni riguardanti i compensi da riscuotere a prestazione avvenuta.  Trascorsa qualche settimana, la ragazza aveva deciso di darsi alla fuga, contattando un cliente che l’aveva aiutata a scappare ed accompagnata dalla Polizia per presentare denuncia. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, hanno consentito di ottenere immediati riscontri alle dichiarazioni della persona offesa, nonché di acquisire ulteriori importanti fonti di prova  in ordine all’articolata organizzazione criminosa, disvelando il coinvolgimento di molte altre persone (oltre quelle indicate dalla denunciante), dedite allo sfruttamento della prostituzione di giovani donne rumene, nei cui riguardi sono venivano ordinariamente poste in essere azioni molto violente (sovente infatti le ragazze venivano sottoposte a pestaggi, finalizzati a vincerne le resistenze). I servizi di intercettazione, curati dagli investigatori della Sezione “Criminalità Straniera e Prostituzione“ della Mobile hanno consentito di individuare il capo dell’organizzazione, C.G.E., sovente indicato dal gruppo come “Capo Grande”, il quale, oltre a sfruttare le prostituite nella sua disponibilità, pretendeva dagli altri connazionali sfruttatori, N.M. e D.M., il versamento di somme di denaro,  per il “posto di strada” di ogni donna rumena che si veniva fatta prostituire. Nel corso delle indagini è altresì emerso che l’organizzazione si avvaleva di due soggetti italiani,  D’A. e L S., i quali, pur estranei all’associazione criminosa, favorivano sia la prostituzione delle giovani donne, sia i loro sfruttatori. La Procura Distrettuale della Repubblica, sulla scorta del fondato pericolo che i tre cittadini rumeni si dessero alla fuga, ha emesso, in data 29 maggio, decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di C. G.E., N.M. e D.M., provvedimento eseguito il successivo 30 maggio dalla Squadra Mobile. Successivamente, sono state emesse ordinanze custodiali, in carcere a carico degli sfruttatori ed in stato di detenzione domiciliare nei riguardi dei favoreggiatori. Un sesto soggetto, anch’egli destinatario della misura cautelare della custodia in carcere, si è reso, allo stato, irreperibile ed è attivamente ricercato. Nell’ambito della medesima indagine, è stato altresì tratto in arresto (grazie all’attività congiunta di personale della “Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione”, in collaborazione con gli agenti della “Squadra Catturandi”), in esecuzione di un pregresso mandato d’arresto europeo, emesso dall’Autorità Giudiziaria di Caras Severin (Romania), anche un ulteriore soggetto di nazionalità rumena (estraneo alla presente indagine): C.G.. Questi infatti, era ricercato, dovendo espiare la pena di anni tre e mesi due di reclusione per il reato di partecipazione ad un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di tabacchi.

fonte  —  http://questure.poliziadistato.it/Catania

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