Federconsumatori, ticket sanitari: l’abolizione è dovere costituzionale e sociale

Il diritto alla salute non può essere solo per chi può comprarlo!

E’ valore fondante di Federconsumatori la tutela dei diritti di ogni singolo cittadino nelle prerogative individuali e collettive così, il rispetto di regole e leggi e la condanna di ogni forma di evasione fiscale o illegalità. E’ altrettanto vero che il pagamento di tasse, tributi o altra forma di compartecipazione dev’essere strettamente proporzionale alle condizioni reddituali e sociali di ogni individuo che deve avere pari accesso ai diritti di rango costituzionale come il diritto al lavoro e alla salute quali fondamenta della cittadinanza. Così non è per molti. Il lavoro manca ed il diritto alla salute, prerogativa costituzionale, è diritto universale che le dinamiche di bilancio pubblico nel corso del tempo hanno reso a pagamento attraverso le varie forme di compartecipazione che si abbattono soprattutto su chi meno dispone di reddito.  E’ il caso dei ticket introdotti con decreto n. 19/2010 di modifica al regolamento regionale per la compartecipazione alla spesa sanitaria che sino a quella data esentava i nuclei familiari con reddito ISEE non superiore a 10.000,00 euro.  Il citato decreto, in attuazione di norme nazionali applicate a geometria variabile, ha introdotto penalizzazioni e discriminanti per molte categorie di cittadini. Difatti, manca di nesso “sociale” nell’individuazione delle categorie di cittadini beneficiari di esenzione e introduce logiche selettive escludenti come ad esempio per gli inoccupati, le famiglie di disoccupati a basso reddito ed alcune categorie di pensionati.  Inoltre, negli anni ha contratto la domanda verso il pubblico per spostarla verso il privato a pagamento ed ha allontanato molti cittadini da esami ordinari di prevenzione e cura.  Un vero strumento inibitivo all’accesso al SSN che la stessa Ministra della Salute a giorni alterni afferma vada superato. A ciò si aggiunge che i parametri reddituali adoperati a base del calcolo per l’esenzione sono anacronistici in quanto fermi agli anni ’90 e, come se non bastasse, che in questi ultimi mesi sono numerose le segnalazioni di quanti, a seguito di verifiche aziendali delle autocertificazioni reddituali, sono raggiunti da lettere delle ASP che intimano al pagamento di ticket per prestazioni non spettanti in esenzione, pena, il trasferimento degli atti alla Guardia di Finanza e “l’inibizione a nuove prestazioni di specialistica a carico del SSN fino all’atto della regolarizzazione del debito pregresso”. Probabilmente fra i soggetti raggiunti ci sono “evasori di professione” ma anche “evasori in buona fede”. Infatti, nella fase iniziale di applicazione del decreto diversi richiedenti l’esenzione sono stati vittime della pessima informazione resa dagli uffici periferici delle ASP che non sempre hanno saputo precisare che lo stato di disoccupazione comportava comunque la dichiarazione di un eventuale reddito percepito nell’anno precedente. Sono i casi più comuni. Appare peraltro speculare che le richieste di restituzione dei ticket vengano notificate per ogni singolo componente il nucleo familiare con addebito di 5,95 euro per spese postali quando l’Asp avrebbe potuto procedere ad unico invio al richiedente l’esenzione considerato che è quello a cui poi si richiede le somme totali addebitate. Considerato che esistono gli strumenti affinché le ASP verifichino errori in buona fede e vere “evasioni”, Federconsumatori Calabria ritiene arrivato il momento di dire basta al ticket divenuto strumento per colmare debiti di pessime gestioni sanitarie, per inibire la domanda di salute a scapito delle fasce di popolazioni più fragili e generare vere discriminazioni sociali. Federconsumatori Calabria diffida perciò le Autorità sanitarie a procedere, verso i cittadini interessati, alla illegittima “inibizione nell’accesso alle cure” in presenza di posizioni debitorie verso la propria ASP e chiede a quanti di competenza, si adoperino per:

  • l’abolizione del Ticket sanitario e, nelle more, l’adozione di misure di esenzione che introducano una fascia di esenzione unica mediante calcolo Isee a tutela delle famiglie a basso reddito;

  • sanare le situazioni debitorie attraverso un’attenta valutazione sociale delle richieste di esenzione rilasciate in buona fede ed in assenza della più adeguata e corretta informazione, a maggior ragione, in presenza di nuclei familiari bisognosi e con importanti e comprovate necessità di prestazioni sanitarie già fruite;

  • l’istituzione di tavoli di composizione aziendali delle controversie oggetto di accertamento delle competenti autorità sanitarie, in cui possano essere rappresentate dovutamente le ragioni dei cittadini.

Fermo restando il sano perseguimento di ogni forma di evasione, evidentemente da applicare anche nella pratica interna della buona spesa sanitaria, Federconsumatori Calabria ritiene urgente liberare la sanità da scelte che limitano il diritto costituzionale alla salute attraverso risposte di qualità e appropriatezza dei servizi ed equità nell’accesso per ogni cittadino.

Mimma Iannello – Presidente Federconsumatori Calabria

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