Febbre del Nilo: uomo contagiato in Grecia, è il primo caso in Europa per il 2017

È ufficiale il primo caso di contagio del virus West Nile, meglio conosciuto come virus della febbre del Nilo in Grecia per il 2017. A confermarlo è l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). La febbre West Nile è una malattia infettiva virale e acuta che viene trasmessa dalle zanzare ai mammiferi (uomo compreso) a loro volta infettate da uccelli selvatici (gazze, piccioni e corvidi) che fanno da serbatoio. La febbre del Nilo che non è trasmissibile da uomo a uomo ha un’incubazione che varia dai 3 ai 15 giorni dalla puntura della zanzara infetta. Nella buona parte dei casi la malattia decorre come un’infezione senza sintomi, in altri decorre come una sindrome influenzale e in casi rari può dare origine a una grave forma febbrile, con interessamento del sistema nervoso centrale. La zanzara che può trasmettere la febbre del Nilo è quella comune (Culex pipiens), largamente diffusa nel territorio, che ha l’abitudine di pungere di notte. Al momento non esiste un vaccino per l’uomo e l’unica prevenzione è l’esporsi il meno possibile alle punture di zanzare. Il virus sviluppa disturbi gravi solo nello 0,4% delle persone colpite. Nei paesi vicini invece, sono stati segnalati tre nuovi casi probabili in Israele, di cui uno confermato. Finora, dall’inizio della stagione di trasmissione del virus nel 2017 fino al 21 luglio, questi sono tutti i casi riportati. Tra i paesi europei e mediterranei colpiti nella precedente stagione c’è stata l’Italia, in particolare in Emilia Romagna, insieme ad Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria, Spagna e Serbia. Nel 2016 i casi umani di febbre West Nile nei paesi dell’Unione Europea sono stati 214 (e 267 nei paesi vicini). Più numerosi dunque di quelli delle passate stagioni, visto che nel 2015 sono stati 108 e 74 nel 2014. Giovanni D’AGATA, presidente dello “Sportello dei Diritti” ricorda che il rapporto settimanale dell’ECDC, sulla febbre del Nilo occidentale comprende la mappa della attuale distribuzione geografica dei casi umani autoctoni segnalati nell’UE e nei paesi vicini, un aggiornamento della situazione e una tabella che presenta i casi nei paesi e le zone colpite. Tutte le informazioni sono fornite al fine di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute nelle zone con in corso di trasmissione del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di sostenere l’attuazione delle normative vigenti. In particolare, secondo la legislazione sulla sicurezza sangue dell’UE, gli Stati membri devono avviare tutte le misure di controllo per garantire la sicurezza del sangue nel caso di contagi del virus in  questione. Una sfida importante per l’attuazione del suddetto regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.

C.S. Giovanni D’AGATA, presidente “Sportello dei Diritti”

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