Migranti: risposta dell’IPF 289 alle gravi diffamazioni del Quotidiano del Sud

In merito all’articolo pubblicato dal giornale “Quotidiano del Sud” il giorno 01 Agosto 2017 a firma Caterina Tripodi dal titolo “Dove c’è Pace non c’è business migranti”, nella qualità di presidente della Sezione Zonale IPF n.289 “Gilberto Perri” ed a nome di tutti i soci, il sottoscritto Bruno Mammone chiarisce quanto segue al fine di porre termine ad ogni tentativo di strumentalizzazione costruito ad arte al solo scopo di vendere qualche copia in più del suo giornale senza porsi il benché minimo scrupolo di ledere l’immagine di chi, da molti anni, dedica gratuitamente (e quindi meritoriamente) la propria vita al servizio dei bisognosi, degli emarginati, degli ultimi della società.

  1. L’affidamento di 25/32 minori non accompagnati (e NON 44 come sarà meglio chiarito in seguito) è stato disposto da parte del Comune di Reggio Calabria in favore della nostra Sezione Zonale n.289 (del tutto autonoma rispetto all’Ente Nazionale per come sarà chiarito in seguito). NON RISULTA PERTANTO VERO che l’affidamento sia stato effettuato in favore dell’Istituto per la Famiglia onlus Nazionale di cui è presidente la Sig.ra Emmanuela Perri;
  2. La Sig.ra Emmanuela Perri, quindi, nella qualità di Presidente Nazionale dell’Istituto, NON fa parte della ns. Sezione Zonale, e non è in alcun modo coinvolta nel servizio di GESTIONE DEI MINORI richiedenti asilo. Secondo lo statuto associativo nazionale, il Presidente Nazionale svolge sulla ns. sezione, così come sulle altre 500 sezioni circa sparse sul territorio nazionale, un compito di supporto e di controllo nella gestione amministrativo/contabile, senza poter ingerire nelle decisioni attinenti lo svolgimento delle varie attività associative (quali ad esempio il servizio di accoglienza minori stranieri) che dunque vengono assunte in totale ed assoluta autonomia dal ns. Consiglio Direttivo Zonale. Unico elemento di “comunanza” tra la ns. Sezione Zonale e l’Organo Nazionale è quello della sede fisica, in quanto la sede amministrativa dell’IPF Nazionale si trova in un immobile attiguo a quello della sede legale della nostra sezione Zonale;
  3. Quanto sopra è tanto vero in quanto la Sezione Zonale n.289 “Gilberto Perri” dell’Istituto per la Famiglia onlus possiede uno statuto proprio, una gestione amministrativa e quindi decisionale propria con un Presidente, il sottoscritto BRUNO MAMMONE, un Consiglio Direttivo Zonale composto da 4 soci regolarmente eletti dall’Assemblea Sociale della sezione;
  4. La nostra è un’ASSOCIAZIONE di volontariato SENZA SCOPO DI LUCRO che non può trarre alcun profitto da alcuna attività. NON è quindi VERO che quello della gestione dei minori migranti sia un “BUSINESS”, trattandosi di un’attività di servizio che (questa volta) prevede un compenso per gli operatori regolarmente assunti con contratti di lavoro a norma di legge, anche se per garantire il regolare espletamento del servizio è comunque sempre necessario avvalersi di VOLONTARI non retribuiti;
  5. Il sindaco di Reggio Calabria, trovandosi in condizioni di EMERGENZA per l’enorme numero dei minori migranti da gestire, e non disponendo di altre strutture pubbliche idonee allo scopo, ha provveduto a termini di legge ad assegnarli alla nostra associazione per il semplice motivo che eravamo l’UNICA Associazione di Volontariato già pronta a svolgere questo servizio in quanto avendo partecipato qualche mese prima al bando emanato dalla Prefettura, eravamo già in possesso di tutti i requisiti e delle strutture già ispezionate e perfettamente in regola per accogliere tali soggetti. Quindi NON E’ VERO CHE ABBIAMO BENEFICIATO DI PARTICOLARI FAVORITISMI ma semplicemente siamo stati gli unici IDONEI in quel momento a svolgere questo servizio in condizione di EMERGENZA; nessuno è stato escluso ma ogni organizzazione idonea e con le strutture in regola (pochissime) hanno ricevuto l’ordinanza del sindaco per ospitare i minori;
  6. Per potere espletare questo servizio LA PREFETTURA sovraintende e controlla ogni operazione di assegnazione svolgendo quotidianamente controlli accurati su procedure, spese, qualità del servizio, salubrità di strutture e pasti, stato di salute e gradimento dei minori. Inoltre riceviamo quasi settimanalmente controlli da parte di Forze dell’ordine, responsabili della Prefettura, responsabili di Associazioni Umanitarie Internazionali ed altri.
  7. Abbiamo accettato di svolgere tale servizio solo ed esclusivamente dopo aver saputo che il Comune, CON FONDI NAZIONALI DESTINATI A QUESTE EMERGENZE, e quindi non derivanti dalle casse comunali, erogava il RIMBORSO delle sole SPESE sostenute e solo dopo ACCURATA E PERFETTA RENDICONTAZIONE, quindi NON E’ VERO CHE ABBIAMO RICEVUTO 356.400,00 euro ma riceveremo SOLO quello che effettivamente spenderemo per svolgere tale servizio (affitti immobili, utenze, assicurazioni, tasse ed imposte, stipendi operatori specializzati tra cui psicologo, mediatore linguistico, avvocato, tre pasti giornalieri più merende, detersivi e ogni materiale di consumo, lavanderia, corsi di lingua, trasporto, telefonate, ecc. ecc.) per un tetto massimo di circa 45 euro giornalieri per ogni minore, DOVENDO LA NOSTRA ASSOCIAZIONE ANTICIPARE per mesi ogni singola somma spesa attraverso credito bancario che prevede ovviamente il pagamento di proporzionali interessi;
  8. L’importo di 356.400,00 euro, quindi, E’ UNA SOMMA INVENTATA DALLA GIORNALISTA su un calcolo pretestuoso e sommario casomai forse di eventuale IMPEGNO DI SPESA ipotetico da parte del Comune che NON E’ REALE in quanto è subordinata alla RENDICONTAZIONE e al numero dei minori che possono scendere anche a poche unità qualora questi decidessero di allontanarsi volontariamente o l’associazione decidesse di non erogare più il servizio;
  9. Ci sono stati affidati inizialmente 32 minori non accompagnati e NON 44 come pretestuosamente asserito. Di questi dopo pochi giorni se ne sono allontanati alcuni ed altri dopo pochi giorni ne sono arrivati. Quindi il numero mensile medio di minori assistiti varia da 28 a 32;
  10. I minori non accompagnati sono ospitati in due strutture prese in affitto da privati che nulla hanno a che fare con la nostra associazione, una a Gallico marina e una a Catona marina quindi NON E’ VERO CHE I MINORI SONO O SARANNO OSPITATI PRESSO LA NOSTRA SEDE OPERATIVA DI CONTRADA MICELI CONCESSE DI CATONA, dove svolgiamo altre attività di volontariato e protezione civile;
  11. La nostra associazione GIA’ DA ANNI ACCOGLIE a proprie risorse persone straniere in difficoltà di ogni razza, provenienza e credo religioso, apportando un servizio allo stato italiano e nello specifico al nostro territorio. Il valore economico che lo stato dovrebbe corrispondere per erogare i medesimi servizi sociali sono incalcolabili. Oggi le associazioni di volontariato non usufruiscono nemmeno di esenzioni di tasse comunali né di alcuna riduzione di imposte sul valore aggiunto. Tutto è sostenuto dai volontari che donano la propria vita e le proprie economie per il bene del prossimo;
  12. La nostra associazione, essendo per statuto apartitica, NON HA ALCUN LEGAME operativo con il Movimento PA.C.E. ne tantomeno è una “costola” dello stesso per come riportato nell’articolo, con chiari intenti diffamatori, dalla Tripodi. Ogni riferimento a tali subdoli rapporti, presente nell’articolo in questione, è pretestuoso e falso;
  13. L’unico collegamento tra alcuni membri della nostra associazione, il consigliere Ripepi, suo fratello e relative famiglie è la fede cristiana che ci accomuna e la frequentazione della medesima realtà religiosa, che ha sede nella struttura sociale di Concesse Catona, dalla quale nascono ANCHE realtà sociali e lavorative basate sui principi cristiani di amore, altruismo, onestà, legalità.

Premesso quanto sopra il sottoscritto DIFFIDA il Quotidiano del Sud, ed ogni altra testata giornalistica, nella persona dei responsabili di redazione, alla pubblicazione di ulteriori future illazioni prive di fondamento che riguardano la nostra associazione basate su notizie frammentarie tratte senza avere svolto preventivamente una semplice ed opportuna verifica. Bastava infatti in questo caso consultare semplicemente i nostri siti internet, dove sono pubblicati gli organigramma, e verificare presso gli uffici del comune le ordinanze e i termini di stanziamento delle somme. Ancor più sarebbe bastato effettuare una telefonata per avere i dovuti riscontri. Prendiamo atto con grande rammarico che si è disposti a tutto mescolando, in modo a dir poco meschino, frammenti di notizie collegate maliziosamente solo per abbattere la dignità delle persone nella ricerca spasmodica dello “scoop” giornalistico a tutti i costi senza minimamente calcolare i DANNI IRREPARABILI che tali montature arrecano ad una realtà sociale che dà sollievo e ristoro a migliaia di famiglie in stato difficoltà e a tutti quei soggetti indigenti che altrimenti vedrebbero la propria vita finita irrimediabilmente. Tutto ciò che noi ci sforziamo di attuare nel sociale oggi, insieme ad altre realtà analoghe, è l’unica speranza per i nostri territori di riscattarsi togliendo manodopera alla ndrangheta e alla malavita organizzata. Nella speranza (a nostro avviso molto remota) che tali eventi non si verifichino più attendiamo una smentita da parte della giornalista alle false notizie pubblicate con relative scuse pubbliche in merito. Disponibile ad ogni ulteriore chiarimento e dimostrazione documentale di quanto chiarito nella presente, porgo distinti saluti.

Il Presidente IPF Sezione 289 sentito il CDN – Bruno Mammone

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