Barbaro (ANGA): la siccità ha compromesso molte colture agricole in Calabria

La Calabria letteralmente sta bruciando, il rischio siccità si è ormai trasformato in una durissima realtà con molte colture agricole compromesse.  Non è affatto eccessivo dire che l’agricoltura e cioè il settore primario che sino ad oggi ha retto l’economia, ha contrastato il rischio idrogeologico ed ha modellato il paesaggio di questa Regione è a rischio default. Ciò che ci eravamo prefissati durante l’EXPO – nutrire il Pianeta, energia per la Vita- è stato disatteso, nulla o poco è stato fatto per preservare la nostra Terra ed anzi si assiste a scelte che vanno esattamente nella direzione opposta. In questo momento la nostra Regione, ricca di risorse idriche mal gestite, dovrebbe presentarsi rigogliosa ed attrattiva ed invece si mostra sfigurata dagli incendi o, nella migliore delle ipotesi, drammaticamente arida. Mentre tutto ciò accade siamo costretti ad assistere al tragicomico sipario di una politica che lascia il Consiglio Regionale privo del Suo organo direttivo e ne blocca i lavori dal 30 giugno. Rinviando due sedute importanti alle quali, forse, in questo momento se ne sarebbe dovuta aggiungere – con urgenza – una terza con un precisi argomenti da discutere e cioè la siccità, il governo e la gestione delle risorse idriche, la definizione di una sostenibile strategia di tutela ed accumulo delle acque, la messa in opera di una collaborazione interistituzionale che affronti la devastazione degli incendi per quest’anno e per quelli futuri. Mentre tutto questo accade l’unico conforto è rappresentato dalla Calabria vera, quella certificata – ad esempio – da tutti i dati positivi riferiti al sistema agroalimentare ed a come l’agricoltura sia determinante anche e soprattutto sotto il profilo occupazionale. In Calabria, infatti, nascono realtà che interpretano con chiavi innovative e sostenibili una nuova agricoltura ed un nuovo modo di fare impresa.  Le Istituzioni – ed è l’appello che lanciamo come giovani imprenditori agricoli, devono però decidere da che parte stare, se condividere i nostri sforzi predisponendo strumenti di sostegno ed accompagnamento allo sviluppo, oppure se intendono rimanere vittime di inutili e dannosi teatrini politici.

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