Chiacchierando con Sergio Trapasso e Sara Boschetti, gli autori di “Manda un messaggio quando arrivi”

“Manda un messaggio quando arrivi”… per farmi sapere che il viaggio, anche se breve, è andato bene… che tu stai bene… e che io non starò in ansia chiedendomi come stai… “Manda un messaggio quando arrivi” è il romanzo scritto a 4 mani da Sergio Trapasso e Sara Boschetti. E’ il romanzo di Erika e Loris, due amici la cui vita scorre apparentemente parallela ma che in realtà si incrocia continuamente perché l’uno non può fare a meno della presenza dell’altra, perché l’uno è il sostegno dell’altra. Un legame così forte da confondersi tra amicizia e amore…. Un legame che si rafforza sempre più grazie anche agli eventi che travolgono i due protagonisti e che li mettono di fronte a sé stessi facendogli accettare e superare debolezze e fragilità. Ma facciamoci raccontare da Sara e Sergio l’esperienza di scrivere in due un romanzo e chi sono i protagonisti di questa storia…

Come è nato il vostro sodalizio artistico?

SARA: È iniziato tutto piuttosto casualmente dal momento che ci siamo conosciuti grazie alle nostre passioni: la musica per Sergio e la scrittura per me. Da anni io collaboro con la Gazzetta di Mantova e per un certo periodo mi sono occupata di una rubrica musicale, così ho avuto occasione di conoscere Sergio, dal momento che è il cantante degli Stomp. Poi da lì, vuoi per i successivi articoli relativi alla sua band, vuoi perché avevo scoperto che scriveva molto bene – e non solo le canzoni – abbiamo continuato a sentirci. Manda un messaggio quando arrivi è nato di conseguenza, sicuramente per la voglia di entrambi di dare vita ad un progetto di questo tipo, ma anche perché ognuno dei due aveva bisogno del proprio alter ego per sviluppare al meglio quello che aveva in testa.

SERGIO: è nato dalla necessità. Abbiamo lati che si compensano e che, con le dovute precauzioni e una buona dose di pazienza, riescono ad essere una miscela utile ad entrambi per mitigare o amplificare le nostre peculiarità. Abbiamo riconosciuto l’uno nell’altra quali fossero i punti di forza ed è stato l’inizio di una forma di fiducia.

Com’è stato scrivere in progressione, cioè aspettando che l’altra parte aggiungesse un pezzo alla storia?

SERGIO: Inizialmente non è stato per nulla semplice, soprattutto per Sara che avrebbe voluto definire una trama condivisa a priori da poter prendere come riferimento durante la stesura. Ma su questo punto sono stato irremovibile, il libro era nato da una serie di coincidenze alcune delle quali indipendenti dai nostri programmi, perciò anche Manda un messaggio quando arrivi poteva seguire questa non-logica: ‘come la vita vera’, proposi, nella quale non si ha mai la certezza assoluta di cosa capiterà e di ciò che potranno fare coloro che ci stanno accanto, nonostante le nostre azioni ed intenzioni.

SARA: Nella pratica poi scrivere in progressione è stato avvincente perché la situazione che ognuno di noi aveva creato poteva stravolgersi nelle mani del coautore, e questo creava una sorta di suspance che si prolungava fino alla ricezione del capitolo dell’altro. Inoltre è un incentivo a scrivere perché penso che chiunque abbia nel cassetto un libro mezzo scritto che non riesce a completare.

Sergio cosa ti piace di Erika e cosa di Loris, il tuo personaggio?

Erika mi piace per la determinazione e coerenza ma in realtà, come autore, mi sono impegnato più che altro a smontarla. Diciamo che l’atteggiamento di Loris e l’evoluzione della storia hanno portato ad una crisi di entrambi i personaggi ma Erika vi è proprio passata attraverso, ha dovuto vivere tutto e toccare il punto più basso del dolore esternando appieno le proprie emozioni. Ha imparato a viverle, a gestirle. È stata fragile e forte. Di Loris mi piacciono invece i profondi ragionamenti che si concludono poi in poche parole o in atteggiamenti completamente differenti dall’atteso. È un personaggio d’apparenza ma da comprendere tra le righe.

Sara cosa ti piace di Loris e cosa di Erika, il tuo personaggio?

Di Loris apprezzo molto la spontaneità e la spudoratezza con la quale affronta le situazioni, cadendo apparentemente sempre un po’ dalle nuvole, ma non lasciando in realtà mai niente al caso. Penso sia proprio questo ciò che lo rende affascinante agli occhi della maggior parte delle figure femminili del libro. Le altre invece non lo sopportano!! Ma da buon “bello e impossibile” quale è, questo è il prezzo che è costretto a pagare, tuttavia la sua caparbietà lo aiuterà sempre a raggiungere gli obiettivi prefissati, non finendo mai di stupire il lettore. Erika per contro è estremamente trasparente e soprattutto, a differenza di Loris, non riesce a nascondere i suoi lati deboli. Ma la parte che apprezzo di più di lei è la forza, qualità che non sa nemmeno lei di avere ma che riesce a farle affrontare le situazioni più difficili e dolorose in modo naturale, come se l’unica soluzione possibile fosse reagire.

Le vite di Erika e Loris continueranno ad incrociarsi? Avete già pensato ad un seguito?

SARA: Sarà la vita a dirlo!

SERGIO: Questa è una risposta volutamente provocatoria per dire che potrebbero esserci molte sorprese relative ad Erika e Loris o magari ad altri personaggi.

SARA: La maggior parte delle volte la parola fine stabilisce implicitamente un nuovo inizio, ancora tutto da vivere… o da scrivere.

SERGIO: in effetti sono due personaggi cui alcuni lettori hanno ammesso di essersi affezionati. Quindi può essere che trovino un seguito. Come nei migliori romanzi, lasciamo in sospeso la risposta per il prossimo capitolo.

“Ognuno ha il proprio terremoto, l’evento che fa crollare le certezze.” (Manda un messaggio quando arrivi)

da leggendotralerighe.net

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