Bologna, in arresto 2 nigeriani per sequestro di una loro connazionale minorenne

Nella mattinata del 29 agosto la Polizia di Stato di Bologna, con la collaborazione di quella di Caserta, ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip presso il Tribunale di Bologna, nei confronti di due cittadini nigeriani in quanto rei del sequestro di una giovane minorenne loro connazionale arrivata nel nostro Paese nel mese di luglio. I due sono stati rintracciati all’interno di una abitazione di Casapesenna dove per circa due settimane la giovane era stata tenuta segregata subendo violenze fisiche e psicologiche. L’indagine condotta dagli uomini della Polizia di Stato, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ha avuto inizio appena giunta la segnalazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia secondo la quale una parente della minorenne, dimorante in Spagna, aveva ricevuto una richiesta di riscatto – di circa 2000 euro – da parte di un connazionale per poter rilasciare la ragazza, diversamente l’avrebbe ceduta ad una madame in Francia per essere poi costretta a prostituirsi. L’investigazione immediatamente avviata dalla Squadra Mobile di Bologna, sviluppata anche con una serie di intercettazioni telefoniche, ha consentito di individuare ed identificare uno dei sequestratori risultato essere un cittadino nigeriano dimorante in provincia di Caserta. Nel frattempo, però, la parente della ragazza sequestrata aveva interessato un gruppo di nigeriani sedenti nella città di Napoli al fine di poter intercedere nella liberazione della minorenne, riuscendo nell’intento in quanto il secondo gruppo di nigeriani riusciva a farsi consegnare la giovane ragazza che veniva rintracciata a Vicenza e collocata in una comunità protetta provocando però una pericolosa reazione da parte dei sequestratori “tua sorella è arrivata qua ed invece di darmi i soldi per il quale ci siamo messi d’accordo al telefono lei invece sta chiamando gli altri per questa storia che cosa sta succedendo? …. se io con rabbia vado dentro a fare ciò che vorrei fare, a te questo non piacerà”. Dopo la liberazione la ragazza ha raccontato tutto il viaggio affrontato e tutte le violenze subite sino a quel momento. Nel suo paese di origine, si è rivolta ad un uomo che organizza viaggi verso l’Italia con l’aspettativa di riuscire a trovare maggior fortuna con il raggiungimento di quest’ultimo paese e poter dare un aiuto economico alla propria famiglia. Dopo essere stata sottoposta al rito magico juju, ha attraversato la Nigeria e la Libia, dove è stata sottoposta a violenza, e partita da Sabrata è giunta nella città di Salerno. Arrivata in questa ultima città si è messa in contatto con una madame che le ha promesso un lavoro di sartoria. Successivamente è stata trasferita presso l’Hub di Bologna dove però è stata prelevata da due suoi connazionali, riconosciuti nei due destinatari del provvedimento restrittivo, che l’hanno condotta contro la sua volontà nella città di Casapesenna dove l’hanno tenuta segregata per circa due settimane provocandole violenze sia fisiche che psicologiche.

fonte  —  http://questure.poliziadistato.it/Bologna

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