Le nuove frontiere della medicina oncologica, a Reggio Calabria congresso internazionale su tumore al polmone e risposta immunologica

La medicina oggi, soprattutto per  quanto concerne il tumore al polmone, con  l’ introduzione di nuovi farmaci, ha raggiunto traguardi finora inimmaginabili  ponendo le basi per aprire una nuova era della medicina oncologica. Ne abbiamo parlato nella prima giornata del congresso internazionale” International  Multidisciplinary  Meeting”, con il  Dott. Pierpaolo Correale, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, nonchè  promotore dell’ evento.   Il nostro organismo è una macchina perfetta in grado di proteggersi da solo da fattori esogeni ed endogeni. Grazie infatti al sistema immunitario che è il nostro sistema di difesa naturale quando un corpo estraneo, ad esempio un virus o un batterio, entra nel nostro corpo, il sistema immunitario lo riconosce e lo attacca, impedendogli di causare un danno. Questo processo prende il nome di risposta immunitaria. Le cellule tumorali  però sono molto diverse dalle cellule normali dell’organismo perché hanno un codice genetico (DNA) alterato, danneggiato, e per questo motivo si riproducono in modo incontrollato. Il sistema immunitario è di solito abbastanza forte da attaccarle perchè è in grado di riconoscerle. Tuttavia, le cellule tumorali spesso riescono a” mascherarsi”, assumendo l’aspetto di cellule normali, ingannando in questo modo il sistema immunitario che non  riconoscendole, non le avverte come pericolose. Le terapie immuno-oncologiche attivano il sistema immunitario, mettendolo nella condizione di riconoscere e attaccare le cellule tumorali, ma soprattutto consentendo di bloccare l’ effetto dell’ interazione tra un   inibitore, il  PD-1 e  la proteina PD-L1 .Tale interazione ha come conseguenza quella di  disattivare i linfociti-T,  ovvero le cellule, natural killer, del sistema immunitario deputate alla difesa. Lo scopo della terapia immunologica è infatti quello di  sfruttare gli  anticorpi che si legano alla proteina PD-L1, impedendole di legarsi a sua volta al recettore PD-1, permettendo così ai linfociti T di restare attivi. Rispetto alle altre terapie antitumorali (es. chemioterapia, radioterapia, terapia a bersaglio molecolare, ecc.), le nuove terapie immuno-oncologiche  che , come anzidetto, rendono il sistema immunitario in grado di riconoscere e attaccare in modo selettivo le cellule tumorali, appaiono in grado di assicurare una risposta immunitaria costante nel tempo e a lungo raggio (memoria immunologica).E’ proprio grazie a questi farmaci, che poi sono sostanzialmente anticorpi, che  sono aumentate in maniera notevole le speranze  in termini di qualità di vita e di sopravvivenza. Ci sono pazienti  che ritornano a svolgere la propria attività lavorativa e a riprendere la quotidiana vita familiare con una tempistica ridotta e anche se ancora non siamo in grado di  affermare se diminuisca  o meno la massa tumorale, la vita può cambiare radicalmente. Questo congresso è stato voluto a Reggio Calabria con lo scopo di garantire  al paziente affetto da importanti patologie oncologiche  di poter avere cure, accoglienza e, in tempi brevi, programmazione di terapie mirate. L’unico limite che persiste riguarda  purtroppo il costo dei farmaci che rimane alquanto elevato.

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