Centrodestra. Stefano Parisi (EPI) “no a governi con la sinistra. Possiamo anche correre da soli”

di Giulio Losi – Il Teatro Parenti di Milano ha accolto la convention nazionale di Stefano Parisi. Dopo Napoli è stato il secondo appuntamento per presentare il programma e il simbolo elettorale di Energie per l’Italia in vista delle elezioni politiche e regionali. Accreditato dai più come elemento della quarta gamba del centrodestra, Parisi ci ha tenuto a rivendicare con orgoglio il lavoro fatto in un anno sul territorio e dellelaborazione del programma (vedi Programma-EPI-bozza.pdf) Si è detto anche pronto a percorrere da solo il cammino elettorale se non ci saranno garazie di trasparenza e qualità. La sua affermazione ha scatenato l’ironia di Gianfranco Rotondi che, a dire il vero, non è che possa parlare dall’alto di percentuali a due cifre nel centrodestra, tutt’altro. Ma certo sono solo le prime scaramucce, e altre ne verranno da chi ha paura di vedere ridimensionata, anche minimamente, la sua presunta quota di poltrone. Comunque sia, il lavoro fatto per far crescere il movimento in quest’anno è stato enorme e ha creato intorno al suo fondatore consenso e stima. Il clima del Teatro Parenti è stato segnato, infatti,  da molte attestazioni di affetto verso “Stefano” e da un comune sentire sulla necessità di contenuti, coerenza e qualità della politica. Bastasse il calore dei militanti Energie PER l’Italia avrebbe già dei posti fissi nel prossimo Parlamento. Ma purtroppo per far “cadere” i voti nelle urne ci vuole di più. Parisi dichiara “saremo la vera novità dei prossimi cinque anni”. Forse si rifà all’ascesa dei M5s ma non dispone di un frontman da spettacolo e nemmeno di una forza su web adeguata alla sfida. Manca quel guizzo comunicativo che porti in primo piano i contenuti del movimento. Serve più visibilità.La domanda che viene spontanea è: “come mai il Cavaliere non aumenta lo spazio disponibile sui suoi media per Epi? Lui che della rivoluzione liberale fu il paladino dal 1994? Liberale e popolare, lo ripete ancora Berlusconi. Quel tipo di cultura però fa fatica ad affermarsi nel nostro Paese e un conto è che innalzi la bandiera Parisi e altro invece che sia Berlusconi a farsene paladino fino in fondo sapendo che il voto lo raccoglie più sul suo carisma che sul programma.

Stefano Parisi è un visionario? Si, nel senso positivo del termine, ma anche molto pragmatico.

Con il lavoro sul campo effettuato in quest’anno, Parisi ha consolidato convinzioni e pezzi del suo programma.  Nelle sue conclusioni ha affermato “vogliamo tagliare la spesa pubblica e abbassare le tasse; chiederemo ai commissari per la spending review licenziati da Matteo Renzi di tornare al Governo, anche con funzioni politiche, per poter realizzare le soluzioni che hanno proposto. Per tagliare la spesa bisogna fare delle scelte operative drastiche. I soldi risparmiati saranno utilizzati per abbassare subito le tasse sulla casa e sulle imprese”.

E  ha aggiunto “Il centrodestra deve convergere sui programmi e i leader della coalizione devono impegnarsi a fissare un vincolo di mandato per i prossimi cinque anni: no a Governi con la sinistra. Realizzare il programma che sto descrivendo con Renzi e Padoan sarebbe impossibile. Noi, con il simbolo di Energie per l’Italia nella coalizione, vogliamo che chi non ha più votato il centrodestra perché deluso torni a votarci”. Parisi riconosce a Berlusconi che a suo tempo lo indicò come possinbile leader del centrodestra, il ruolo di aggregatore che da sempre ha esercitato nel centrodestra italiano, dalla sua “discesa in campo” “È però indispensabile – ha aggiunto il leader di Energie PER l’Italia – che vi siano anche forze politiche nuove come la nostra, ma possiamo anche correre da soli”.

Il bilancio della convention milanese è giudicato positivo da osservatori e organizzatori. Più di 500 partecipanti venuti da ogni parte d’Italia, sindaci, amministratori comunali, dieci parlamentari e 3 consigleri regionali lombardi che hanno costituito il Gruppo regionale del movimento alla Regione Lombardia. E a conferma dello spirito liberale che anima Energie PER l?ialia, il Partito Liberale Italiano in una nota dichiara che è convinto  che il Paese ha bisogno di un notevole segno di discontinuità rispetto al clientelismo burocratico del Pd, scegliendo coraggiosamente la  strada dell’abbattimento del debito, della privatizzazione e  liberalizzazione delle aziende pubbliche, insieme a quella altrettanto urgente di radicali riforme del sistema fiscale e del pianeta  giustizia. Manifesta apprezzamento per il programma di modernizzazione in chiave Liberale presentato oggi a Milano da Stefano Parisi”. I contenuti, come detto, ci sono. D’accordo o meno si sia con essi sono degni di dibattito e attenzione.  Ma perchè il tutto si trasformi in qualcosa di più del 3% deve succedere ancora qualcosa. O, forse, è meglio trovare una collocazione nell’alleanza del centrodestra. Ammesso che gli azionisti di maggioranza diano spazio.

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