La guerra, il senso, gli effetti e la foto shock di Papa Francesco

Che cos’ è la guerra?  E quale è il suo senso se di un senso possiamo parlare….Alcuni filosofi sin dall’antichità hanno riconosciuto alla guerra un valore cosmico, una funzione dominante nell’economia dell’universo. Così fece Eraclito che chiamò la guerra “madre e regina di tutte le cose”. E così pure Empedocle che affermò che accanto all’amicizia o all’ amore intesi come forza che unisce gli elementi costitutivi del mondo ci sono anche l’odio e la discordia che tendono a disunirli .“Amore e Odio sempre saranno. Ne’ mai di entrambi, credo, sarà vuota l’eternità infinita”.Altri filosofi, come Hobbes, hanno affermato che lo stato naturale dell’umanità è lo stato di guerra, al quale essa sarebbe ridotta se non vi fosse l’ esistenza di regole imposte dal diritto all’osservanza delle quali la società stessa ha deciso di sottoporsi.”Se non esiste legge che stabilisca le nozioni di giustizia e di diritto, non esistono neppure le nozioni di ingiustizia e di torto”. Filosofo sostenitore della guerra per eccellenza fu Hegel, il quale attribuì alla guerra non solo un carattere di necessità ed inevitabilità ma anche un alto valore morale.  Come “il movimento dei venti preserva il mare dalla putredine, nella quale sarebbe ridotto da una quiete durevole”, così la guerra preserva i popoli dalla fossilizzazione alla quale li ridurrebbe una pace durevole o perpetua. In senso stretto la guerra puo’ essere definita come un conflitto armato e violento, di durata più o meno ampia, tra gruppi umani, organizzati prevalentemente nella forma di stati, intenzionati a imporre la loro volontà , l’ uno sull’altro, nella prospettiva di una riorganizzazione dei reciproci rapporti di potere (sia in vista di una modificazione dei rispettivi confini territoriali, sia di una dominazione economica, sia di un’annessione, ecc.).Ma al di là delle molteplici cause, delle possibili motivazioni che finora hanno generato una guerra, o che in futuro continueranno a generarla sono le inevitabili conseguenze ad essere devastanti nel tempo, destinate così come sono a provocare effetti post – traumatici irreversibili in chi, in qualunque modo, la subisce.  Poi, forse, a guerra finita, saranno ricostruiti i ponti, le case, le strade, persino meglio di com’erano prima, anche se nulla potrà  più tornare ad essere come prima. Per ricominciare a vivere bisognerà trovare un senso a tutto quello che è accaduto, sanare le ferite invisibili, ricomporre la paura, l’odio, il dolore, riportandoli ad una dimensione accettabile. Non è cosa facile. Dare aiuto psicologico alle popolazioni colpite è meno semplice che ricostruire strade interrotte o inviare aiuti umanitari.« Le ferite invisibili infatti anche se curate, lasciano cicatrici, ma la sindrome post guerra è diversa da ogni altro tipo di shock perché investe il campo  emozionale.E parla di fiducia tradita, la fiducia nei propri simili .Con ogni guerra vi è una fetta di umanità che perde immediatamente qualcosa . La speranza, per prima. Non c’ è nessun vincitore.Tutti, in fondo, perdiamo qualcosa. ». Anche papa Bergoglio proprio in questi giorni ha voluto denunciare gli effetti nefasti della guerra in tutta la sua portata, scegliendo di far pubblicare un’immagine drammatica di un bambino che aspetta il proprio turno nel crematorio per il fratello morto che tiene legato dietro la schiena. Si tratta di una foto scattata dal fotografo americano Joseph Roger O’ Donnell dopo il bombardamento atomico a Nagasaki e il Papa l’ha scelta appunto per denunciare «il frutto della guerra». L’immagine è stata fatta stampare da Bergoglio su un cartoncino diffuso da poco. “Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche – si legge sul cartoncino -,altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve ispirarsi invece a un’etica di solidarietà”.​

MS

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