UE: oggi in vigore direttiva che vieta costi aggiuntivi su carte di credito

Entro oggi, 13 Gennaio 2018, gli Stati Membri UE sono tenuti a recepire, all’interno dei propri ordinamenti nazionali, la direttiva 2015/2366/, nota come PSD2. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 23 dicembre 2015 e relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, abroga la precedente Direttiva 2007/64/CE (PSD1). L’esigenza nasce dalla necessità da un lato di regolamentare un contesto di mercato caratterizzato da una complessità crescente in termini di player-i cd operatori economici- ed evoluzioni digitali, dall’altro di armonizzare un quadro regolamentare europeo frammentato a seguito delle differenze di recepimento delle normative comunitarie tra i vari Stati Membri.

La PSD2 rappresenta solo l’ultimo di una serie di interventi del legislatore europeo in ambito di servizi di pagamento: l’obiettivo è quello di proseguire nello sviluppo di un mercato unico integrato, uniformando le regole tra Prestatori Servizi di Pagamento (PSP) e i nuovi soggetti del mercato (ancora oggi non regolamentati), contribuendo a rafforzare la sicurezza del sistema e garantendo un elevato livello di concorrenza e trasparenza nei confronti dei consumatori.

In Italia, il contante rimane lo strumento maggiormente utilizzato (89% nel 2010 e 86% nel 2014 ), ma il numero delle transazioni non cash a livello mondiale nel 2014 ha registrato un aumento del 9% rispetto al 2013 (338,8 miliardi per un valore di 883,4 miliardi usd) e per il 2018 è stato stimato che il numero delle transazioni digitali, caratterizzato dall’incremento delle transazioni tramite carte (+91% negli ultimi 5 anni per gli acquisti online) raggiungerà il 19% in più rispetto al 2014.

La crescente digitalizzazione è stata favorita da tre fattori principali:
1. una maggiore propensione degli utenti, appartenenti a tutte le fasce della popolazione, all’utilizzo di strumenti tecnologici (tablet, smartphone e wearable);
2. un cambiamento nelle abitudini dei consumatori che trovano queste modalità di pagamento più efficienti e con una migliore customer experience;
3. un’evoluzione dell’offerta degli operatori di mercato che adottano strategie di marketing mirate per aumentare l’utilizzo degli strumenti elettronici e raccogliere informazioni legate al comportamento dei clienti.

La maggiore novità della PSD 2, quella con l’impatto più consistente per i cittadini, riguarda il divieto di costi extra sui pagamenti effettuati con carta. Non raro il caso dei siti di compagnie aeree che, al momento del completamento dell’operazione di acquisto, aggiungevano i costi di transazione, oscillanti spesso tra i 5 e i 10 euro. Da oggi non potranno più farlo, così come i commercianti non potranno applicare ‘sovrapprezzi’ quando si acquista una merce, anche poco costosa, con carta di credito o debito. Le nuove norme rafforzano anche i diritti dei consumatori: in caso di furto o frodi con carte o bancomat, il cliente fino ad oggi era tenuto a pagare circa 150 euro per operazioni non autorizzate , eventualmente effettuate da sconosciuti prima della denuncia e del blocco. Ora la sua responsabilità scende a 50 euro. Aumenterà anche la trasparenza dei costi di commissione quando si acquista qualcosa (non in contanti) in una valuta europea diversa dall’euro.

Fino ad oggi, alla transazione veniva applicato un tasso di cambio arbitrario, in ogni caso poco chiaro. Aumenta altresì la protezione della privacy di chi utilizza i servizi Fintech,tecnologici e finanziari, che creano un legame tra il conto del cliente e quello del venditore: da ora anche questi dovranno rispettare standard molto rigidi di protezione dei dati finanziari, e dovranno dotarsi di una sicurezza ulteriore per assicurare le transazioni come nel caso  in cui si eseguano procedure di ‘strong authentication’  che avvengono quando l’utente dichiara la propria identità al sistema,utilizzando  la password associata ad un altro/altri fattori. Tante tutele e tanti vantaggi per tutti dunque. Si stima infatti che a seguito di detto provvedimento i consumatori europei  potranno risparmiare fino a 500 /550 milioni di euro all’anno.

Miriam Sgrò

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