L’Unione Europea si inventa i “migranti climatici”

Al Parlamento Europeo, preparano l’ultima delle genialate. L’establishment cerca di far “passare” la cosa, come al solito, in secondo piano. Si tratta dello status di “migrante climatico”, una parola che di per sé, già significa molto poco. Quale sarebbe la forbice di caldo o freddo, entro la quale un essere umano sarebbe legittimato a migrare? Vento, pioggia, grandine, ghiaccio o umidità, arsura… quali di queste condizioni meterologiche dovranno essere considerate perchè si possa decidere in base alle stesse di lasciare il luogo di nascita ?! Una bestialità senza precedenti, perché poi, la percezione del freddo e del caldo è anche un valore strettamente legato alla persona in questione ed è quindi poco generalizzabile. In realtà pare sia solamente l’ennesimo tentativo di far entrare in Europa una schiera di nuovi schiavi, per tentare un ribasso ulteriore e duraturo del prezzo del lavoro. Ciò consentirebbe di competere con i colossi asiatici. Tutto, a scapito di chi vive nel Vecchio Continente e vi ha radici, tradizioni che vorrebbe anche mantenere e tramandare. Di politiche dirette alla crescita demografica, unica vera risorsa per l’Unione Europea, non se ne sente parlare assolutamente, eppure, è su tutti i grafici che la popolazione è in diminuzione già da molto tempo. Se una tale definizione dovesse passare nel silenzio dei Parlamentari o nella loro convinzione di attuare corridoi umanitari, sarebbe la fine dell’identità europea oltre che costituirebbe un macigno per la ripresa dell’economia dei piccoli e medi risparmiatori ed imprenditori. Solo i grossi gruppi, guadagnano da questi flussi, spesso sono gli stessi che si sono creati una ONG su misura. Ma chi risulterebbe danneggiata in maniera irreparabile, ancora una volta, sarebbe l’Italia. Il nostro Paese è: vuoi per posizione geografica, vuoi per corruzione, vuoi per presenza di mafie varie, il terreno ideale dal quale fare transitare e “sfruttare” i migranti climatici. Le previsioni non sono rosee,  entro il 2050, i “profughi ambientali”, (altro termine coniato ad hoc) potrebbero essere addirittura 200-250 milioni. In pratica si rischia di ridisegnare la geodemografia del Pianeta per il volere di scelte scellerate ed imposte. Da non sottovalutare il fatto che, in realtà sul clima, esistono diverse e differenti teorie anche se ci viene raccontata solo quella del surriscaldamento terrestre. La barzelletta che riguarda la realtà ci mostra invece che i paesi più inquinati (USA,CINA) sono i più scettici e quelli più in ritardo nell’aderire ai protocolli per mitigare l’effetto serra.

 

Fabrizio Pace

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