Borse 10:35 – Fosche nubi si stanno addensando attorno alle borse mondiali. Nel giorno dell’arrivo di Jerome Powell, il neo governatore della Fed, che ha appena giurato per il nuovo ruolo di number one, ed ha promesso scelte “oggettive e basate solo sulle prove migliori a disposizione” e un “impegno a spiegare quello che stiamo facendo e perché” , ecco che le borse repentinamente scendono. Il crollo è partito dagli USA con un Dow Jones a – 4,62%, S&P 500 perde il 4,11%, Nasdaq a -3,78%. Il ‘sell off’ che ha colpito Wall Street si è esteso, come un domino, alle Borse asiatiche, con tutti i listini in pesante calo. Tokyo ha chiuso in ribasso del 4,7%, Shenzhen del 4,4%, Shanghai del 3,3%, Sydney del 3,2% e Seul dell’1,5%. Hong Kong, ancora aperta, arretra del 4,4%. Ora si guarda all’Europa ed ai suoi listini, l’effetto domino, a causa della “globalizzazione” e del modo di fare finanza, sicuramente si farà sentire anche nel vecchio continente. I future su Francoforte cedono il 3,2%, quelli su Parigi il 3,1% e quelli su Londra il 2,8%. I listini di tutto il mondo sono sotto pressione dopo che venerdì scorso i dati sul rialzo dei salari Usa hanno fatto temere un’accelerazione nella stretta della Fed sui tassi, con impatti anche sul mercato obbligazionario, che vedrebbe il valore dei bond in circolazione scendere. Il Nikkei, in calo del 10% dai massimi del 23 gennaio scorso, è entrato in una fase di correzione. Intanto gli investitori si rifugiano in porti considerati sicuri come lo yen, che sale dell’1,3% sul dollaro e dello 0,78% sull’euro e i treasury (titoli di Stato). Milano si muove nervosa(-2,7%) con alcune sospensioni in asta di volatilità. Fermate subito Tim e Finecobank (in attesa dei conti) che quando riprendono gli scambi cedono rispettivamente il 3,09% e il 5,05%. Intesa Sanpaolo che ha annunciato conti e piano contiene il calo allo 0,75% (Ansa.it). Come sempre lo “start” per le crisi mondiali parte da Wall Street per poi diffondersi come una pandemia su tutto il globo. Molti analisti stanno già paragonando l’accaduto al 2010, perchè molto simile. La corsa della borsa americana sembra essersi fermata di schianto contro il muro di un possibile incontrollato aumento dell’inflazione. Se l’effetto domino continuerà, e si spera proprio di no, in un “loop” autodistruttivo, si ripresenterà nel mondo, il fantasma della crisi che ha appena lasciato il posto ad una flebile ripresa. Crisi che nel nostro paese non è mai cessata.