Rapporto Unicef: tasso di mortalità neonatale allarmante

Foto di Rainer Maiores da Pixabay

Cosa rappresenta un bimbo che nasce per ognuno di noi e per la comunità nella quale sarà chiamato a vivere ed interagire? Una nuova vita è speranza. E’ futuro. E’ speranza di un futuro migliore. Eppure secondo il nuovo rapporto  stilato dall’Unicef – Ogni bambino è vita- ogni anno un milione di neonati muore lo stesso giorno in cui nasce e 2,6 milioni non sopravvivono al primo mese di vita. Il tasso di mortalità neonatale a livello mondiale rimane allarmante, in particolare nei paesi più poveri del mondo. I bambini nati in Giappone, Islanda e Singapore hanno la probabilità di sopravvivenza più alta, mentre i neonati in Pakistan, Repubblica Centrafricana e Afghanistan quella più bassa. I neonati dei luoghi a più alto rischio per la nascita hanno una probabilità maggiore di morire rispetto a quelli nati nei paesi più sicuri. Il rapporto sottolinea infatti che i luoghi più pericolosi per nascere si trovano in Africa Subsahariana, dove a causa di povertà, conflitti e istituzioni deboli, le donne in gravidanza hanno poche possibilità di ricevere assistenza durante il parto. Se ogni paese riuscisse ad allineare  il suo tasso di mortalità neonatale alla media dei paesi ad alto reddito, entro il 2030, potrebbero essere salvate 16 milioni di vite. “Mentre, negli ultimi 25 anni, abbiamo più che dimezzato il numero di morti fra i bambini sotto i cinque anni, non abbiamo fatto progressi simili nel porre fine alla morte di bambini con meno di un mese di vita”, ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale Unicef. “Dato che la maggior parte di queste morti sono prevenibili, non abbiamo ancora raggiunto i risultati necessari per salvare i bambini più poveri del mondo”. Secondo il rapporto, queste morti possono essere prevenute tramite l’accesso a personale ostetrico qualificato, insieme a soluzioni  igieniche adeguate come acqua pulita, disinfettanti, allattamento nelle prime ore di vita, contatto pelle a pelle e buona nutrizione. Tuttavia, la mancanza di operatori sanitari e di ostetrici qualificati, comporta che in migliaia non ricevono il supporto salvavita di cui avrebbero bisogno per sopravvivere. Per esempio, mentre in Norvegia ci sono 218 medici, infermieri e ostetrici per 10.000 persone, questo valore in Somalia è di 1 per 10.000 . I bambini che nascono in Giappone hanno le maggiori possibilità di sopravvivenza, con solo 1 bambino morto ogni 1.111 nati vivi durante i primi 28 giorni di vita. I bambini nati in Pakistan hanno le minori possibilità: per 1.000 bambini nati vivi, 46 muoiono entro la fine del primo mese dalla nascita .Per questo Unicef lancia #EveryChildAlive, una campagna globale per chiedere e fornire soluzioni per i neonati di tutto il mondo , appellandosi ai governi, ai fornitori di servizi sanitari, ai donatori, al settore privato, alle famiglie e alle imprese affinchè si adoperino per assicurare la sopravvivenza in vita  di ogni bambino. L’Italia, nella classifica dei paesi col tasso di mortalità neonatale più alto, si colloca al 169esimo posto su 184 paesi esaminati, con un tasso di mortalità neonatale che vede 1 neonato morto ogni 500 nati vivi.

MS

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