Confcommercio (RC): in città le attività spengono le luci e abbassano le saracinesche

L’illegalità si contrasta non favorendo il disagio economico e abbassando le tasse comunali non più sostenibili. Sempre più saracinesche abbassate e luci spente in Italia, al Sud, in Calabria e a Reggio in particolare. L’Ufficio Studi Confcommercio ha presentato un’analisi su come l’evoluzione delle attività commerciali, turistiche e dei servizi ha cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi dieci anni, il ruolo del commercio ambulante, gli effetti delle variazioni dei canoni di locazione e le proposte per scongiurare il rischio di desertificazione commerciale. Dal 2008 ad oggi i negozi sono calati di quasi 63mila unità (-10,9%) a fronte di un aumento di quasi 40mila unità (+13,1%) di alberghi, bar e ristoranti e di una crescita del 77,6% del commercio on-line o porta a porta. Ed eccola qua la Reggio delle saracinesche abbassate. Nelle strade di periferia come a pochi passi dal centro si vive e respira il potenziale declino commerciale: molti i negozi vuoti, con cartelli affittasi o vendesi. Sono spariti soprattutto negozi tradizionali, come alimentari e abbigliamento. Sempre più in crescita, invece, il commercio ambulante. Una dilagante illegalità, più volte denunciata dall’Associazione datoriale reggina (commenta il Presidente di Confcommercio, Giovanni Santoro) che, in una fase in cui la crisi non accenna ad allentare la morsa sulla nostra economia e continua a colpire indistintamente tutti i settori produttivi, le imprese (già messe a dura prova dal crollo dei consumi, da una pressione fiscale insostenibile e da una carenza cronica di liquidità) risultano ulteriormente indebolite.  Per Confcommercio Reggio Calabria occorre alleggerire la pressione fiscale, ridimensionando anche le imposte locali, occorre ridare segnali forti e fiducia alle piccole e medie imprese del territorio. In molti comuni della città metropolitana i centri storici non esistono più, sempre più desertificazione commerciale dovuta spesso all’inerzia degli amministratori comunali che invece di incentivare le attività commerciale e favorire l’imprenditoria attuando strategie di rilancio impongono imposte e tasse talmente alti che non è più possibile aprire attività nei centri storici anche per l’alto costo degli affitti commerciali. Abbiamo analizzato tutto il centro storico della città di Reggio Calabria rilevando una desertificazione commerciale (saracinesche abbassate) pari al 33%, questa percentuale aumenta sensibilmente nelle periferie. Auspichiamo un dialogo serio con tutte le amministrazioni comunali dove avviare riflessioni operative intorno trasformazioni finalizzate a conoscere le esigenze dei commercianti e dei cittadini.

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