Accordo Londra UE: il periodo transitorio post-Brexit durerà fino al 2020

Definita oggi  la procedura per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Il periodo transitorio post-Brexit durerà fino al 2020, data che coincide con la scadenza del bilancio dell’Unione europea di durata settennale.Ma rimangono ancora molti nodi da sciogliere.

Cronologia

23 giugno 2016: in tale data si è svolto il referendum consultivo di carattere  non vincolante sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea  che ha visto i favorevoli all’uscita dall’UE attestarsi sul 51,9%, contro il 48,1% degli elettori che ,di contro. ha votato per la permanenza .

Per l’espressione effettiva della volontà politica di uscire dall’Unione è stato necessario un ulteriore passaggio parlamentare, ovvero l’approvazione di una specifica legge con cui avviare l’applicazione dell’articolo 50 e il conseguente negoziato. Ai sensi dell’articolo 50 del trattato sull’Unione europea: “Ogni Stato membro può decidere di recedere dall’Unione conformemente alle proprie norme costituzionali”.

 29 marzo 2017:  Il Parlamento inglese ha approvato una legge nota come European Union  Act 2017 . L’atto del parlamento ha autorizzato il primo ministro Theresa May a presentare la lettera di notifica dell’attivazione della procedura di uscita del Regno Unito al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

 5 aprile 2017: Il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza una risoluzione che delimita il perimetro entro il quale dovrà realizzarsi il negoziato d’uscita inglese.

19 giugno 2017: I negoziati hanno potuto avere inizio a Bruxelles, alla presenza del capo negoziatore dell’Unione europea, Michel Barnier, e del Segretario di Stato per l’uscita dall’Unione europea, membro del governo britannico, David Davis .

19 marzo 2018:Il Regno Unito e l’Unione europea hanno “raggiunto un accordo sul periodo di transizione” post-Brexit.

 Nella bozza di accordo raggiunto oggi a Bruxelles , Londra, cede alla richieste dei Ventisette Paesi membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria).

Nel documento di 130 pagine che comprende tutte le questioni oggetto di negoziato, i britannici accettano la proposta di periodo transitorio così come suggerita dall’Ue (si dà tempo fino al 31 dicembre 2020 per uscire a tutti gli effetti dall’Ue e per definire nuove relazione bilaterali) e  si riconoscono ai cittadini degli Stati membri che si trasferiscono in Regno Unito durante il periodo transitorio (30 marzo 2019- 31 dicembre 2020) gli stessi diritti di quanti si trovano già su suolo britannico.L’intesa sul periodo transitorio post brexit  durerà quindi  21 mesi. La proposta di porre fine al periodo transitorio il 31 dicembre 2020 era stata avanzata dall’Ue. “È abbastanza vicino ai due anni che avevamo chiesto”, ha spiegato Davis.

 Il documento prodotto oggi è contraddistinto da tre colori; in verde  ci sono i punti su cui c’è intesa tra le parti; in giallo quelli su cui c’è un accordo politico da chiarire ulteriormente; in bianco le parti ancora da negoziare.

Accordi sui cittadini. Verde : chi arriverà durante la transizione o ci arriverà entro marzo dell’anno prossimo potrà godere dello stesso trattamento riservato a chi è già oltre Manica.  La residenza si potrà ottenere dopo cinque anni di lavoro o presenza fisica in Regno Unito: chi già vive e lavora in Inghilterra, Galles o Scozia potrà maturare il diritto a risiedervi anche dopo il 31 dicembre 2020.

Impegni finanziari. Verde: Londra aveva già chiarito di partecipare al bilancio Ue fino al fine dell’attuale ciclo (2014-2020), adesso specifica che tutti i conti saranno saldati in euro.  Ancora . Dall’1 gennaio 2021 , Londra cesserà di essere azionista della Banca europea per gli investimenti (Bei) e i progetti di finanziamento non potranno beneficiare di eventuali rifinanziamenti. Le imprese britanniche saranno trattate come soggetti terzi.

Diritto di voto – Pesca.Per tutto il periodo transitorio, Londra non sarà un membro dell’Ue, il che implica che non avrà diritto di voto e non potrà neppure partecipare alle riunioni. Ma sulla pesca il Regno Unito sarà consultato per le decisioni sulle quote pescabili negli anni 2019 e 2020, gli anni della transizione.

Irlanda. Manca un accordo sull’Irlanda. C’è l’intenzione di salvaguardare Eire ed Ulster, evitando la reintroduzione di un confine rigido tra Belfast (Regno Unito) e Dublino (Repubblica d’Irlanda)  e restrizioni della circolazione, nel rispetto degli accordi del venerdì santo.  Gli accordi del Venerdì Santo nel 1998 hanno chiuso, tra la fine degli Anni 60 e la fine degli Anni 90,   trent’anni di guerra civile in Irlanda del Nord (the Troubles, letteralmente “i guai”): si affrontavano la maggioranza nordirlandese protestante, pro UK, e la minoranza cattolica repubblicana, contraria al dominio britannico. Il testo, in giallo nella bozza, tutto ancora da specificare, “si basa sullo scenario” secondo cui viene mantenuto il pieno allineamento dell’Irlanda del Nord alle regole del mercato interno e dell’unione doganale europea anche al termine del periodo di transizione. Uno scenario già bocciato dal governo britannico, che lo considera una vera e propria annessione dell’Irlanda del Nord da parte dell’Ue. Quella di Bruxelles è una voluta provocazione.Ma L’Ue non cambia posizione, non c’è alcuna intenzione di annettere nessuno, ma solo di ‘stanare’ la controparte su un tema dove l’esecutivo di Theresa May finora ha prodotto molto poco di concreto.

Questioni giuridiche,dop, igp,” made in” : Tutto in bianco, ancora, per quanto riguarda le  materie giuridiche. L’Unione europea continua a insistere perché Londra accetti la Corte di giustizia dell’Ue nella soluzione delle controversie. Non c’è accordo neppure sul ‘made in’ alimentare. Tutti i marchi di cibi Dop e Igp sono ancora oggetto di trattative in alto mare.  . “Servono accordi sul nucleare e sulla difesa dei marchi commerciali”, riconosce Barnier, secondo cui “bisogna continuare  a lavorare su igp, protezione dati, riconoscimento delle sentenze”.

Bruxelles e Londra ,comunque, auspicano entrambe che l’accordo di transizione possa essere firmato dai 27 stati membri europei alla fine di questa settimana, in occasione dell’attesa seduta del Consiglio europeo,  in programma il 22 e 23 marzo, o che comunque possa essere definitivamente raggiunto e perfezionato  entro ottobre 2018 per dare il tempo agli stati membri di ratificarlo al loro interno entro la fatidica data del 29 marzo 2019, termine ultimo per la permanenza del Regno Unito nelle istituzioni europee.

 

Miriam Sgro

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