Helsinki ha cambiato idea sul reddito universale di base

Il primo gennaio del 2017 partiva in Finlandia la sperimentazione di un reddito universale di base (UBI, Universal Basic Income), destinato ad un campione di duemila disoccupati estratti a sorte, di età compresa tra 25 e 58 anni, ai quali veniva erogata una somma mensile di 560 euro, esentasse, senza obbligo di cercare o accettare un impiego durante i due anni della sperimentazione, e continuando a ricevere lo stesso importo anche in caso di occupazione.L’esperimento, il cui costo, stimato in 20 milioni di euro, era stato lanciato da un governo di centro-destra, aveva come obiettivo specifico quello di contenere la spesa sociale, ridurre un tasso di disoccupazione cocciutamente elevato, fermo intorno all’8%, ed innalzare un tasso di occupazione che restava tra 4 e 7 punti percentuali inferiore alla media degli altri paesi scandinavi , in un paese che nel 2016 era al quarto posto per pressione fiscale e contributiva in area Ocse .

 Helsinki ha cambiato idea
I risultati ufficiali della sperimentazione verranno diffusi solo nel 2019. Quel che si sa, per ora, è che l’esecutivo ha archiviato l’idea di proseguire il progetto ed estendere il versamento a una platea più ampia, e punta invece a ricorrere ad altre forme di welfare per sostenere le fasce di popolazione più disagiate. “Al momento, il governo sta attuando delle modifiche che stanno allontanando il sistema dal reddito di cittadinanza”, ha spiegato al quotidiano svedese Svenska Dagbladet Miska Simanainen, un ricercatore del Kela, l’istituto finlandese per la sicurezza sociale.Secondo il governo finlandese, spiega il sito Business Insider, i sussidi previsti erano così alti e il sistema era così rigido che a un disoccupato non sarebbe convenuto cercare un lavoro finché poteva godere del reddito di cittadinanza. Così, lo scorso dicembre,il Parlamento finnico ha approvato  una legge che condizionava il mantenimento degli assegni a un’attività lavorativa pari ad almeno 18 ore ogni tre mesi, senza aver effettuato le quali i versamenti sarebbero stati ridotti. Il ministro delle Finanze, Petteri Orpo, sembrerebbe già avere le idee chiare sul nuovo sistema che entrerà in vigore dal gennaio 2019, quando il progetto pilota si esaurirà. “Quando l’esperimento sul reddito minimo universale finirà al termine dell’anno, lanceremo un esperimento sul credito universale”, annuncia il ministro al giornale finlandese Hufvudstadsbladet. Cioè, invece di dare direttamente denaro ai disoccupati, verranno armonizzati e concentrati in un solo sistema diversi benefici fiscali a favore dei poveri, sulla scia di quanto fatto dalla Gran Bretagna  che unifica, dal 2013, i sussidi per disoccupazione, abitazione e figli e riduce la prestazione di 63 centesimi per ogni sterlina da reddito di lavoro guadagnata.
MS

 

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