Mentre Salvini e Di Maio premono su Savona all’Economia, il Quirinale dice no ai “diktat”

Roma 18:20 – Durante il giorno delle consultazioni alla Camera e al Senato fra le varie realtà politiche ed il Premier incaricato Giuseppe Conte arriva l’altolà del Quirinale in merito ai presunti “diktat” fatti in merito al nome di Paolo Savona al Ministero dell’economia. “Savona – dice poco dopo Matteo Salvini (che fa anche un appello ai partiti del centrodestra a ‘fidarsi’ del futuro governo) in un video su Facebook – è la figura in grado di rimettere l’Italia al centro del dibattito in Europa. L’Europa consiglia o meglio minaccia parlando di una manovra da 10 miliardi. Intendo fare l’opposto di quello che l’Ue ha minacciato ai governanti italiani negli ultimi anni”. Naturalmente, in un momento delicato e con lo “spauracchio” dello Spread sempre sventolato ai quattro venti, ecco che quest’ultimo torna a salire sfiorando i 190 punti. Dal Colle si puntualizza che il tema all’ordine del giorno non è quello di presunti veti ma, al contrario, quello dell’inammissibilità di diktat nei confronti del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica nell’esercizio delle funzioni che la Costituzione attribuisce a tutti due.  La Costituzione – si evidenzia – prevede scelte condivise tra presidente del Consiglio e presidente della Repubblica sulla scelta dei ministri. La preoccupazione del Colle è che si stia cercando di limitare l’autonomia del presidente del Consiglio incaricato e, di conseguenza, del presidente della Repubblica nell’esercizio delle loro prerogative. L’articolo 92 della Costituzione, tra le altre cose, recita: “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”(Ansa.it). Di sicuro i colloqui con le varie figure politiche si stanno portando avanti, naturalmente ricevendo un secco no all’appoggio di questo esecutivo da parte del PD, ed un secco no da parte di Silvio Berlusconi a nome di Forza Italia, il che fa presumere ad una grossa crepa fra la Lega e tutto il centrodestra.

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About the Author: Carlo Viscardi