Savona, Euroscettico non Antieuropeista

I media stranieri, alcuni dei più autorevoli, quelli che rispondono a determinate logiche di potere, legate di certo ad una parte bene definita dell’alta finanza mondiale, hanno attaccato l’Italia e le scelte del suo nuovo Governo, seppur non ancora insediato. Il pomo della discordia è in realtà il possibile ministro dell’economia Savona. Bene, gli autorevoli mezzi di comunicazione che si sono scagliati contro la sua possibile nomina sono in realtà gli stessi che hanno fatto una campagna elettorale sfegatata contro la vittoria di Donald Trump, tanto da tentare di indirizzarne il voto sfavorevole con degli exitpoll completamente sballati sino alla notte prima, quando davano l’attuale Presidente USA sconfitto pesantemente dalla Democratica Clinton. Secondo loro Trump aveva poco più del 30% di apprezzamento presso gli americani. Il computo dei voti li ha brutalmente smentiti consegnando al mondo Donald Trump inquilino della Casa Bianca. Il loro giudizio sull’economia italiana, giusto o sbagliato che sia, deve fare capire che è solo frutto di interessi di parte, così come lo è stato in molti altri casi, quello sopra raccontato il più eclatante. In Italia non abbiamo bisogno di tutor per prendere una decisione, abbiamo sempre esportato cervelli, non si capisce perchè in questo caso dovremmo importarne. Se parte della stampa tedesca e parte di quella americana temono Savona è un problema che al popolo italiano, sovrano sul suo territorio poco importa. Così come poco è importato agli inglesi quando hanno votato per la Brexit, ognuno a casa sua fa quello che crede e se ne assume poi le responsabilità ovvio… Il governo giallo-verde non ha parlato di uscire dall’Unione Europea ma solo di far rispettare le esigenze dell’Italia, in qualità di elemento portante dell’unione stessa, quindi rinegoziare dove sarà possibile delle norme o dei regolamenti che ci danneggiano. Tornare a parlare delle agenzie di rating e dello spread per mettere pressione sulla creazione dell’esecutivo, che in realtà è già formato, è solo una scusa per ritardarne la formazione e guadagnare, ops speculare, grazie agli interessi sui titoli italiani, speriamo per l’ultima volta, per un sistema che forse, noi lo speriamo, è arrivato al capolinea. Vediamo chi è il Paolo Savona, nuovo possibile ministro dell’Economia della Repubblica Italiana:

E’ già stato Ministro all’Industria, Commercio ed Artigianato nel Governo Ciampi; Direttore generale di Confindustria; Due volte Presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi; Professore Ordinario di Politica Economica.

Il fatto che Savona parli, dal 2013 circa, di un piano B, che preveda un’eventuale uscita dell’Italia dall’UE, non fa di lui un antieuropeista. Il professore è solo critico sulla posizione dell’Italia a Bruxelles, e ne prospetta una via di fuga dolorosa ma controllata nel caso la situazione economica prospettata nel piano A non si verifichi. Il Nostro Paese non era pronto ma non poteva rimanerne fuori, questa la disamina sull’entrata che i suoi colleghi gestirono nel 2000. La Sovranità fiscale ormai nella mani di Bruxelles senza l’unione Politica è il limite dell’Unione Europea rimasta agli anni della sua formazione che non riesce a soddisfare le esigenze economiche di molti Paesi che ne fanno parte, tanto è che la qualità della vita in molti di essi è peggiorata.

FMP

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano