Marina di Gioiosa Jonica (RC), ‘Ndrangheta: sequestrato patrimonio di valore stimato in oltre 6,5 mln di €

Militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, coordinati della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, stanno eseguendo un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro sul patrimonio riconducibile a A.N.R. cl.’49, originario di Marina di Gioiosa Jonica (RC), costituito da n. 24 fabbricati, 10 terreni agricoli, nonché quote societarie e compendi aziendali relativi a 6 imprese commerciali, per un valore complessivo stimato di circa 6,5 milioni euro. Il provvedimento si fonda sulle risultanze delle indagini di cui al p.p. n. 1389/08 R.G.N.R. D.D.A. – operazione “Crimine”, condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria e conclusa nel 2010 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di n. 119 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, del delitto di cui all’art. 416 bis c.p. (associazione per delinquere di tipo mafioso), tra cui anche il predetto A.N.R. Quest’ultimo era stato ritenuto intraneo all’omonima cosca di ‘Ndrangheta di Marina di Gioiosa Jonica (RC) e, in particolare, aveva fatto parte della “locale” di Marina di Gioiosa Ionica, con il seguente ruolo: “A.N.R., A.G., T.V., M.R., C.A., con la qualità di partecipi attivi alla locale, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, partecipare alle riunioni ed eseguire le direttive dei vertici della società e dell’associazione, riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio, curando gli affari dell’associazione”. Tale provvedimento restrittivo non veniva eseguito dagli Organi di Polizia in quanto l’A. si rendeva irreperibile. Veniva, quindi, emessa nei suoi confronti ordinanza di custodia cautelare nel mese di settembre 2010 e il proposto era successivamente dichiarato – con apposito decreto – latitante: e tale restava per quasi 4 anni, sino alla revoca della misura disposta nel corso del giudizio di appello. Con sentenza di primo grado n. 348/2012, il G.U.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria dichiarava A.N.R. colpevole dei reati ascrittigli, escluse le aggravanti ex art. 416 bis comma 6 c.p., condannandolo alla pena di anni 12 di reclusione.

Successivamente, la Corte di Appello di Reggio Calabria, con sentenza n. 10157/2015, assolveva A.N.R. “per non aver commesso il fatto”. In esito alle suddette attività investigative, veniva delegata dalla menzionata D.D.A. al G.I.C.O. del Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria ed allo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza, apposita indagine a carattere patrimoniale volta all’individuazione – ai fini dell’applicazione di una misura di prevenzione – del patrimonio riconducibile al summenzionato proposto. In tale ambito, i Finanzieri individuavano, con riferimento al percorso esistenziale del proposto, le condotte delittuose dallo stesso poste in essere, le frequentazioni, i legami parentali, i precedenti giudiziari e gli altri elementi ritenuti fondamentali per la formulazione, ai sensi della normativa antimafia, da parte della competente A.G., del prescritto giudizio prognostico sulla pericolosità sociale.

Alla luce di tali risultanze, il Tribunale Sezione Misure di Prevenzione ha ritenuto sussistente – richiamando il principio dell’“autonoma valutazione” del materiale probatorio – la pericolosità sociale del proposto “qualificata” dalla riferibilità ad un’associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetista. Le conseguenti investigazioni a carattere patrimoniale, condotte dai citati Reparti della Guardia di Finanza attraverso la ricostruzione e l’analisi delle transazioni economiche e finanziarie operate – negli ultimi trent’anni – dal proposto e dal relativo nucleo familiare, hanno consentito l’individuazione dei patrimoni dei quali gli stessi risultavano disporre, direttamente o indirettamente, il cui valore era decisamente sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi, nonché le fonti illecite dalle quali il proposto aveva tratto le risorse per la loro acquisizione. Alla luce di quanto sopra, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto, con l’odierno provvedimento, il sequestro di prevenzione del patrimonio riconducibile ad A.N.R. cl. ‘49 costituito dai seguenti beni immobili, quote sociali e compendi aziendali, per un valore complessivo stimato in circa € 6.500.000,00:

  • n. 24 fabbricati e 10 terreni ubicati in Marina di Gioiosa Ionica (RC), Roccella Ionica (RC), Riace (RC) e Stignano (RC);
  • quote sociali e compendi aziendali relativi complessivamente a n. 6 imprese, come di seguito indicato:

– patrimonio aziendale della D.I. “A.S., con luogo di esercizio in Marina di Gioiosa Ionica (RC), esercente l’attività di segagione e lavorazione delle pietre e del marmo;

– patrimonio aziendale della D.I. “A.F.”, con luogo di esercizio in Marina di Gioiosa Ionica (RC), esercente l’attività di commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari, di materiali da costruzione e legnami;

– patrimonio aziendale della D.I. “G. A. DI AA.M.”, con luogo di esercizio in Marina di Gioiosa Ionica (RC), esercente l’attività di commercio al dettaglio di articoli di gioielleria;

– quote sociali e patrimonio aziendale della “R. S.a.s. DI A.V. DI F.A & C.” , con sede legale in Marina di Gioiosa Ionica (RC) ed unità locale “Bar I.B.A.” esercente l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; – quote pari al 33,33 % del capitale sociale della “I. D. S.r,l. I.” , con sede legale in Isca sullo Ionio (Cz), esercente l’attività di costruzione di edifici residenziali e non residenziali;

– quote pari al 20 % del capitale sociale della “V.B.D. I. S.r.l.” , con sede legale in Caulonia (RC), esercente l’attività di lavori generali di costruzione di edifici;

  • c. rapporti bancari e finanziari comunque riconducibili al proposto e ai componenti il proprio nucleo familiare, aventi saldo attivo superiore a € 1.000,00.

fonte  — Comando Provinciale Reggio Calabria – http://www.gdf.gov.it/

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