Consiglio Regionale: si autosospendono altri 2 consiglieri PD

Quel che resta del Pd . Per i non addetti ai lavori, quel che è successo oggi, nella seduta odierna del Consiglio regionale, rappresenta  l’ ennesimo,  prevedibile, immancabile atto scenico del “dramma” democratico : la battaglia per  evitare il crollo totale del Pd, o di ciò che resta , nell’ illusione, nel calcolo o nella speranza-  di  tutti – di rimettersi in marcia verso la prossima tornata elettorale. Un partito che è andato mese dopo mese sfilacciandosi al suo interno, perdendo componenti  che in quel partito avevano creduto, riportando anche ampi consensi elettorali.

Il Consigliere Ciconte   (Partito Democratico)   comunica la propria autosospensione dal gruppo a causa del difetto di organizzazione interna e di strategia per il rilancio della Calabria. Contesta la mancanza di dialogo tra le parti e di qualsivoglia iniziativa chiarificatrice .   Dello stesso avviso il consigliere Guccione .  Momenti di crisi profonda, soprattutto nel campo sanitario   mostrano  la evidente incapacità del governo regionale di farsi ascoltare nelle sedi opportune. Non si può essere corresponsabili di un disastro annunciato. Per questa ragione rende nota la propria autosospensione dal gruppo PD.

La sospensione dei due consiglieri arriva dopo qualche settimana rispetto a quella di Mimmo Bevacqua e dopo qualche giorno rispetto alla formazione del gruppo “Moderati per la Calabria” del quale fanno parte Franco Sergio, Giuseppe Neri e Antonio Scalzo.  Incisivi gli interventi di una minoranza pronta a far saltare gli equilibri, veri o presunti che siano. Esposito Sinibaldo (Nuovo Centro Destra) dichiara che le autosospensioni odierne registrano  un problema interno alla maggioranza a causa del fallimento politico/amministrativo del governo regionale. In mancanza di un chiarimento interno alla maggioranza sarebbe consequenziale la fine della legislatura ed il ritorno alle urne. Il consigliere Nicolò (Misto)  punta il dito  sul  Presidente della Giunta che ha, da subito, con la nomina di soli assessori esterni, manifestato sfiducia su una classe politica  esclusa da qualunque forma di partecipazione. 

“Chi ritiene necessario dover prendere le distanze politicamente, è necessario che lo faccia subito senza gettare fango in maniera superficiale – dichiara il Governatore. L’azione di governo è stata paziente e determinata . Notevoli i problemi strutturali che  la giunta tecnica ,nata per ridare un ruolo alla politica, ha affrontato. Necessario, ribadisce, intessere in una seduta apposita  la discussione, che dovrà tenere conto di una crisi che è una crisi  sistemica. L’Aula è sovrana, l’impegno politico è alla base di qualsiasi presupposto, ma ove non esistesse questo presupposto bisognerebbe prenderne atto”.  “Questa corsa volta a buttare “merda” su questa esperienza– ha detto a chiare lettere Oliverio – non è accettabile ed è meglio chiuderla. Io non ho nessuna preoccupazione per il mio futuro personale e se non ci sono le condizioni metteremo la parola fine. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità e chiuderemo la stagione del fallimento se di fallimento si è trattato“.

 Ma forse con la seduta di oggi si è chiusa solo un’ altra tormentata pagina di crisi politica e di gioco delle parti ,che non ha niente a che vedere con la celebre, metaforica, opera pirandelliana.  Qui in gioco ci sono ancora una volta le sorti di una Calabria che ha bisogno di ricostituire un patto di fiducia con le istituzioni e con i suoi rappresentanti perchè ha voglia di crescere e di futuro. Non è più tempo di giocare…..

…E la politica- dopo i tempi dell’ antipolitica- è tempo che torni ad essere arte. Ars publica. Questione di talento.

Miriam Sgrò

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