Busto Arsizio (Va). Smantellata associazione a delinquere che importava ingenti quantità di droga. 7 arresti (3 calabresi)

Un’organizzazione criminale con base logistica a Busto Arsizio (VA) è stata smantellata questa mattina nel corso di un’operazione della Polizia di Stato che ha portato all’esecuzione di un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di sette componenti di un’associazione  finalizzata all’importazione e al traffico di ingenti quantitativi di cocaina. 

L’indagine, iniziata nel 2016 e condotta dal Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio sotto la direzione della Procura della Repubblica di Busto prima e della Procura Distrettuale Antimafia di Milano poi, ha preso le mosse da C.F., 64 anni, originario di Montebello Ionico (RC) ma bustese  di adozione, indicato come trafficante in grado di trattare notevoli quantitativi di cocaina e già coinvolto in passato in indagini antidroga di spessore. L’attività investigativa susseguente ha permesso di ricostruire l’organigramma dell’associazione, della quale il C. era solo un tassello intermedio, al vertice della quale è stato individuato P.M., 49 anni, originario di Melito di Porto Salvo (RC) e residente a Barlassina (MB) che, seppure già latitante dal 2015 a seguito di altra operazione antidroga, continuava a tirare le fila del traffico dalla clandestinità.

In breve, gli investigatori hanno appurato l’esistenza di una coppia di vertice – con P. capo indiscusso affiancato da C. S. A., 53 anni, originario di Nicotera (VV) e residente a Milano – e di un terzetto di altri associati operanti a Busto Arsizio e zone limitrofe, costituito dal C., da C. R. di 48 anni e da G. A. di 51 anni, entrambi residenti a Lonate Pozzolo (VA). Sostanzialmente P., avvalendosi di contatti con trafficanti sudamericani, era in grado di far arrivare in Italia direttamente da Paesi produttori, ingenti quantitativi di cocaina, che poi gestiva con la cooperazione del socio C. C., potendo a sua volta vantare una notevole esperienza e una fitta rete di contatti, provvedeva a reperire i clienti.

Fondamentale, seppure meramente esecutivo, anche il ruolo di C. e G., il primo ex dipendente e il secondo attuale addetto di una cooperativa che si occupa dello scarico merci nell’area cargo dell’aeroporto di Malpensa. I due infatti avevano il compito di scaricare e occultare le partite di droga: queste giungevano nell’aeroporto della brughiera nella stiva di aerei provenienti da Santo Domingo e nascoste in carichi di frutta tropicale, in particolare ananas. I due distraevano la parte del carico contenente i panetti di cocaina e, ben conoscendo il sistema di videosorveglianza e le procedure di sicurezza dell’area cargo, la collocavano in una zona “sterile” per poi farla uscire indisturbati dallo scalo e affidarla ai complici. L’organizzazione aveva anche un canale aperto con un gruppo “sardo”, il cui referente era L. M., 52 anni di Borore (NU), altro personaggio con un curriculum criminale di tutto rispetto ma in grado, grazie alla titolarità di imprese apparentemente lecite, di fornire una copertura alle transazioni droga/denaro attraverso falsi ordini di merce ma anche di traportare via mare la droga dal continente alla Sardegna occultandola su mezzi industriali e in container.

Fondamentale anello di congiunzione tra M. e il gruppo operante in Lombardia era A. M., 53 anni di Samarate (VA), attivissimo benchè insospettabile “procacciatore d’affari” nel settore. Nel corso delle indagini gli investigatori della Procura della Repubblica e della Polizia di Stato hanno dovuto superare le difficoltà frapposte dalla particolare prudenza e dallo spessore criminale dell’organizzazione, che utilizzava un linguaggio convenzionale per alludere alla cocaina (“pali”, “punti”, “metri cubi”), autovetture intestate a terze persone e anche munite di appositi vani per trasportare la droga, particolari apparecchi telefonici muniti di un software in grado di criptare e rendere non intercettabile il contenuto delle conversazioni e di cancellare da remoto i messaggi di testo compromettenti. Ciò nonostante gli uomini del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio hanno anche messo a segno sequestri di partite di cocaina e arresti di complici degli associati, dando così concreto riscontro a quanto via via emerso dall’attività investigativa. In particolare nel mese di luglio 2016 arrestarono M.D.M. trentenne di Busto Arsizio, sorpreso con oltre mezzo chilo di cocaina che aveva appena ritirato da C. a Milano per conto del C., mentre il successivo 8 novembre finirono in manette B.P., 26 anni di Lazzate (MB) e R.A.G., 59 anni di Magnago (MI), mentre nel parcheggio di un centro commerciale di Saronno (VA) si scambiano 2 kg. di cocaina agendo come emissari di M. P. e F. C..

Singolari le circostanze che a settembre del 2016 portarono infine al sequestro di altri 2 Kg. di cocaina, trovati da un ignaro commerciante di frutta tra gli ananas appena scaricati nel suo magazzino di Padova: si trattava infatti di una parte di 7 kg. di cocaina atterrati a Malpensa da Santo Domingo che C. e G., con il consueto modus operandi, avevano preso in consegna e portato all’esterno dell’aeroporto. I due tuttavia avevano commesso un errore, scaricando solo 5 kg. e non accorgendosi che gli altri due panetti erano rimasti tra gli ananas stipati nei bancali e arrivati alla loro naturale destinazione.

 

fonte  —  http://questure.poliziadistato.it/Varese/articolo/10205bffb2738cd6d308423539

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