19.6 punti a partita (primato personale), 6.3 rimbalzi (altro primato), 2.4 assist, il 45,7% al tiro da due, il 46% in quello da tre e il 92% ai liberi. Sono i numeri 2018/2019 di Danilo Gallinari, sempre più leader dei suoi Los Angeles Clippers in Nba. L’ala di Sant’Angelo Lodigiano, trent’anni appena compiuti, sembra aver raggiunto la definitiva maturità cestistica ed è pronto a raggiungere i due prossimi obiettivi: portare i Clips ai playoff e guidare la Nazionale Azzurra ai prossimi Mondiali.
La squadra di Los Angeles, dopo la partenza di Blake Griffin e di DeAndre Jordan, sembrava destinata a un anno di ricostruzione e con un occhio sempre attento al mercato per liberare spazio salariale in vista della ricchissima free agency del prossimo anno. Ma è stato il parquet a ribaltare i pronostici: con 21 vittorie e 16 sconfitte i Clippers sono al sesto posto nel difficilissimo Ovest e sono in piena corsa playoff. Un gruppo senza le classiche “stelle” che fa dell’intensità la chiave del suo successo. “Abbiamo una mentalità d’acciaio – ha commentato coach Doc Rivers, uno dei protagonisti di questo inizio stagione, durante un’intervista. Siamo duri come l’asfalto”.
E in una delle squadre rivelazione il leader tecnico ed emotivo, ben oltre le cifre, è un ragazzo italiano che veste la maglia numero 8. Quella del “Gallo” è anche una storia di rinascita sportiva: lo scorso anno il n°8 azzurro, al primo anno del suo triennale con i Clippers, era sceso in campo soltanto in 21 incontri, con la peggior percentuale dal campo delle sue nove stagioni Nba (39.8%) in una regular season costellata di infortuni e chiusa a soli 15 punti di media. Un’annata chiusa in maniera negativa anche in Nazionale con l’espulsione nella gara di qualificazione ai Mondiali contro l’Olanda.
Ma a Los Angeles sapevano che l’impatto dell’ex ala di Nuggets e Knicks poteva essere molto più importante e per questo lo staff di coach Rivers ha deciso di puntare ancora su di lui dandogli più responsabilità. Mai scelta fu più azzeccata: nelle prime 36 partite di regular season, in cui spicca la perla dei 32 punti rifilati ai Dallas Mavericks, il giocatore di riferimento dei Clippers è stato proprio Gallinari. Insieme a Lou Williams (forse il miglior sesto uomo del campionato) è all’azzurro che si guarda nei finali di partita combattuti per ottenere punti facili e giocate decisive. Decisive sia dalla linea dei tiri liberi (suoi i tre realizzati consecutivamente che hanno portato la gara vinta contro Memphis ai supplementari) che da dietro l’arco: il suo 46% da tre punti lo mette al quinto posto assoluto nella Lega tra i tiratori dalla distanza.
Ma c’è di più. Gallinari si è trasformato anche nell’arma tattica difensiva in grado di scombinare i piani d’attacco degli avversari. Una collocazione e una nuova dimensione che lo stanno avvicinando verso l’obiettivo stagionale: quello di trascinare i Clippers, inseriti tra le squadre in lotta per la qualificazione ai playoff Nba, tra le migliori otto a ovest. Con la speranza di fare lo sgambetto a qualche big in post-season.
Doc Rivers ha infatti deciso di schierarlo all’occorrenza da cinque (al posto di un centro di ruolo) creando un quintetto piccolo in grado di funzionare su entrambi i lati del campo. Schierato nei finali di gara insieme a Patrick Beverley, Lou Williams, Avery Bradley e Tobias Harris, Gallinari, oltre a dimostrarsi l’attaccante sopraffino che è sempre stato, si sta rivelando anche come uno dei migliori difensori di tutta l’Nba.
A confermarlo ci sono le statistiche: il Gallo sta concedendo agli avversari il 38,9% al tiro quando marca l’avversario più pericoloso. Numeri paragonabili a quelli di specialisti come Robert Covington, Ben Simmons e Paul George. Quello che stupisce è però la versatilità mostrata nella metà campo difensiva: quest’anno l’azzurro si è trovato a marcare ali grandi come Antetokounmpo e playmaker come Damian Lillard, sempre con grandissimi risultati.
Una maturazione tecnica e mentale che fa ben sperare anche in ottica Nazionale. Agli Azzurri di Sacchetti basta una vittoria a febbraio contro Ungheria e Lituania per staccare il pass per il Mondiale di Cina 2019. Un gran collettivo, quello del coach ex Sassari, a cui però manca un leader offensivo: e tutte le strade portano al numero 8.