Diciotti, i 5 Stelle dicono ‘NO’ ad autorizzazione su Salvini: 59,05%

ROMA – Gli iscritti al M5s hanno detto no all’autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Relativamente alla risposta: ‘Si, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere’ hanno votato 30.948 (59,05%)”, si legge sul Blog delle stelle.

“Relativamente alla risposta: ‘No, non è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere approvata l’autorizzazione a procedere’ hanno votato 21.469 (40,95%). La maggioranza ha pertanto deciso che il fatto è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere”.

Votazione partita alle 11

È partita alle 11 la votazione dei 5 stelle sulla piattaforma Rousseau dove gli attivisti del Movimento 5 stelle sono chiamati a dire la loro sull’autorizzazione a procedere per il ministro Matteo Salvini indagato sul caso Diciotti. Inizialmente le procedure di voto dovevano partire alle 10, ma alcuni problemi tecnici legati al sistema hanno fatto ritardare la votazione di un’ora. Il termine di voto è fissato per le 21.30 alla luce dell’alto numero di partecipanti alla votazione.

“Alta partecipazione”

Quando sono le 15, dal Movimento 5 stelle fanno sapere che la partecipazione alla consultazione è ampia. “Aggiornamento sulle votazioni in corso: considerata l’alta partecipazione, la chiusura delle votazioni sul caso Diciotti è stata prorogata alle 21.30 di oggi”, si legge sul blog del Movimento 5 stelle.

La pubblicazione del quesito, ieri, ha fatto subito scattare le polemiche per una domanda che sarebbe mal posta nei confronti dei militanti, perché in sostanza incrocia le decisioni. Chi vuole votare sì all’autorizzazione a procedere deve votare no. E chi vuol votare no, deve votare sì. Inoltre, il quesito sposa in partenza la tesi della Difesa e cioè che il ‘sequestro’ della Diciotti sia “avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato”.

Ecco il testo posto all’attenzione dei militanti: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? – Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere – No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere”.

Nel testo che accompagna il quesito i Cinque stelle non parlano di un sequestro – questo il capo di imputazione avanzato dal tribunale dei ministri nei confronti di Salvini- ma di un “ritardo dello sbarco“.

“Martedì 19 Febbraio- si legge su blog- la Giunta per le autorizzazioni sarà chiamata a decidere se il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti sia stato deciso “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”. Perplessità anche da Beppe Grillo, che con parole allusive sembra intendere che ai 5 stelle non venga lasciato in realtà nessuno spazio di decisione.

 

fonte  —  Agenzia DIRE  – www.dire.it

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