Intervista ad Ida Caterini, giovane orafa reggina

S. Ci troviamo con Ida Caterini, giovane orafa reggina. Ida, innanzitutto benvenuta, sei qui con noi per svelarci i segreti della tua arte… Dunque, per prima cosa, come e quando è nata la tua passione?

I. La mia passione è nata circa due anni fa quando dopo che ho perso mio padre, orafo anche lui, ho deciso di mettermi alla prova, per vedere cosa riuscivo a fare.

S. Quindi provieni da una famiglia di tradizioni orafe?

I. Si, sono la quarta generazione.

S. Qual’è stato il primo gioiello che hai creato?

I. Il primo che ho creato, è stato il braccialetto a nodo, un filo semplice con un nodo, che ringraziando Dio, ha avuto grande successo.

S. Siamo un po’ curiosi di sapere quali sono le diverse fasi di realizzazione di un gioiello?

I. Io parto dalla fusione dell’argento, fino ad arrivare alle varie modellazioni che questo assume, quindi dalla definizione dell’oggetto, alla lucidatura, per finire con la sua completa realizzazione.

S. Cominci da un disegno?

I. No, io non amo disegnare prima gli oggetti che creo, quello che effettivamente viene fuori, io realizzo.

S. Sappiamo che realizzi anche gioielli su commissione, vediamo dei bracciali, delle collane con incisioni, iniziali?

I. Si, infatti quando il cliente mi propone qualcosa di nuovo, è sempre una sfida che accetto ben volentieri. Amo creare un pezzo unico su quella che è l’idea del cliente.

S. Ti hanno mai chiesto qualcosa di particolare, di estremamente complesso?

I. Si per esempio l’altro giorno, mi hanno chiesto di realizzare “Il Piccolo Principe” e ce l’ho fatta, ma ce ne sono state parecchie richieste particolari.

S. C’è un gioiello al quale sei particolarmente legata?

I. Assolutamente si, quello da cui sono partita e cioè il nodo. Dalla semplicità dell’oggetto, fino alla storia che questo ha avuto, è stato per me è una cosa davvero importante.

S. Un consiglio che daresti a chi si vuole approcciare a questo lavoro?

I. Il mio consiglio è di tentare, per vedere innanzitutto se si è portati, perché per questo lavoro è necessaria un predisposizione che secondo me è innata. Io non ho mai studiato, ma ho sempre visto quello che faceva la mia famiglia, papà, zii e nonni.

S. Sarai ospite di una nostra mostra ad Aprile, cosa ti aspetti da questo evento?

I. Tante belle cose, di conoscere gente nuova, di avere approcci nuovi. Anche perché io sono all’inizio e spero di crescere sempre di più.

S. I tuoi progetti futuri e un sogno nel cassetto?

I. Non ho progetti futuri e non ho un sogno nel cassetto, perché amo vivere giorno per giorno e vedere quello che succede e quello che il domani mi riserva. Amo la concretezza.

S. Bene Ida, quindi noi ti facciamo un grosso un in bocca al lupo per la tua carriera e ci rivedremo alla mostra.

I. Grazie, Crepi! Vi aspetto numerosi!

 

S.P.

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About the Author: Sonia Polimeni