Reggio Calabria non è Berlino: 25 anni fa cadeva il muro fra le due Germanie, dopo 150 anni è ancora intatto il muro fra le due Italie

A Berlino due milioni di tedeschi sono scesi in piazza per festeggiare e commemorare la caduta del muro. Che è stato anche l’emblema della più gigantesca operazione di riunificazione di una nazione.  Nell’89 il distacco fra la Germania dell’est con quella dell’Ovest era addirittura peggiore del divario che sussiste fra il Sud e Nord dell’Italia. L’unità “ è costata una somma rilevante ai tedeschi, imparagonabile con quanto sborsato negli stessi anni nel Mezzogiorno d’Italia, imparagonabile con quanto sborsato dalla Cassa del Mezzogiorno dal 1950 alla sua cessazione. Oggi l’ex Germania dell’Est fa registrare aumenti del Pil altissimi e ha quasi avvicinato l’ex Germania federale. Anche. lì ci sono stati inquietudini e proteste contro i «lavativi» dell’Est e contro l’aumento delle tasse originati dai smisurati contributi pubblici traboccati nei cinque Lànder «meridionali». Il malumore e le lamentele non sono terminati né nella nascita di un partito anti-Lànder meridionali, né in tensioni politiche persistenti sulla spartizione delle risorse nazionali. L’aumento dei tassi di crescita dell’Est si è tramutato in un aumento della crescita e della ricchezza nazionali. La Germania unificata, investendo sull’Est, ha promosso se stessa. Se oggi la Germania è la nazione europea che ha reagito meglio alla crisi è proprio grazie a questa politica di supporto al suo «Mezzogiorno». L’Italia ha investito nel Sud quello che la Germania ha investito nell’Est? L’Italia ha investito sul Mezzogiorno quello che la Germania ha investito sui Lànder «meridionali ? Ma nemmeno lontanamente. Anzi, la disuguaglianza continua ad aumentare. E, quello che è ancora più grave, nell’imperturbabilità generale. L’ultima descrizione fatta dallo Svimez, racchiude dati terrorizzanti, sbigottenti con un Mezzogiorno che fra vent’anni corre il pericolo di trasformarsi nell’area più indigente dell’Europa. Rischia la desertificazione. Nondimeno, nessun partito dell’arco costituzionale è intervenuto.Reggio Calabria Il Parlamento si è radunato una ventina di volte per eleggere i magistrati della Consulta ma non ha trovato neanche un minuto per parlare di Sud. C’è una nuova eclisse sull’argomento del Mezzogiorno. Un processo involutivo: quando all’inizio degli anni 50, si pose il dilemma del Sud, ci fu solo l’ultimo sussulto con la Cassa per il Mezzogiorno. Sono stati spesi tanti fondi ma non si sono raggiunti i risultati sperati, forse perché non si voleva veramente ottenerli. Il problema del Sud ha origini lontane e possiamo pure dire che tutto ha avuto origine dall’unità d’Italia. Il sud è stato conquistato, perché di conquista si è trattata, è stato spogliato delle sue ricchezze per rimpinguare le casse dell’allora regno sabaudo e poi è stato abbandonato. Per poi meravigliarsi dell’infiltrazione delle mafie, ma le mafie riescono ad annidarsi e a crescere dove lo Stato è assente e nel Mezzogiorno lo Stato è stato assente per troppo tempo. Verosimilmente a qualcuno avrà fatto comodo che ci fosse questo sud, perché milioni di persone che hanno bisogno di lavoro, sono più deboli e ricattabili e quindi in balia dei politici che hanno vita agevole a racimolare così i voti magari in cambio di qualche promessa di un posto di lavoro. Poi, dagli anni Settanta in poi, il problema è caduto nel dimenticatoio. Fino ad giungere al silenzio rimbombante e rumoroso di oggi. A Berlino il muro fra Est e Ovest è stato fatto crollare in una nottata. A Reggio Calabria invece si scende in piazza per festeggiare brindando all’arrivo dei commissari, ecco qualche piccola differenza, ecco perché non cresciamo mai, ecco perché ci tengono “pa capizza” (PepGiann)

 

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