Lavoro e crisi sociale: Sullo sfondo lo scontro Governo-Cgil

Sale la tensione nel Paese

Se il PD ha ottenuto un sofferto e dibattuto benestare da parte della minoranza interna e del Nuovo centro destra, in merito alle possibili modifiche da apportare al testo della riforma del lavoro, ricompattando in qualche modo la maggioranza su cui si basa l’attuale esecutivo, la partita risulta ancora “aperta” con i sindacati. Susanna Camusso e Maurizio Landini – quindi Cgil e Fiom – non hanno espresso posizioni favorevoli e, continuando sulla strada intrapresa qualche settimana fa, hanno, infatti, ribadito che la linea da loro scelta non cambia. Il maggiore sindacato italiano – che pure per parecchio tempo non solo ha sottovalutato il rischio della trasformazione della flessibilità in precarietà continuativa ma anche evitato di protestare, con la stessa forza che sta manifestando adesso, in occasione degli interventi avuti in tema di lavoro durante i Governo Monti e Letta – non si ritiene soddisfatto ai fini del mantenimento della difesa dei diritti a cui ambisce. scontri piazza dei fiori - CopiaNon da sempre e non sempre, evidentemente. Se le cose rimarranno cosi, lo sciopero indetto qualche settimana fa, sarà, pertanto, inevitabile.

Tutto questo, ovviamente, non fa che aggravare notevolmente la già precaria e preoccupante situazione italiana, che ormai vede focolai di protesta ovunque, da Roma a Milano, da Torino a Bologna, non sempre retti dai sindacati. E questo è un altro punto dolente, perché, se i cortei indetti dai sindacalisti vanno sempre accettati, non solo a livello politico ma anche a livello mediatico, lo stesso non si può dire delle manifestazioni organizzata da ambienti, politici ed associazionistici, diversi che si fanno portatori di istanze per certi aspetti simili, per altri diverse. Il riferimento, ad esempio, alla Lega Nord e a numerosi comitati civici presenti sul territorio, è chiaramente voluto. Sono numerosi, infatti, i problemi che l’Italia deve affrontare, dalla eccessiva pressione fiscale alla corruzione, dall’emergenza abitativa all’assenza di lavoro, dalla crisi istituzionale all’immigrazione non controllata. Ma, evidentemente, in questo Paese ci sono battaglie che possono essere combattute e battaglie che non possono neppure iniziare, individui che hanno facoltà di parola sempre e comunque, altri che non dovrebbero permettersi di parlare e, se lo fanno o se si difendono, passano per violenti o agitatori sociali.

Il tutto nella completa ed errata valutazione delle circostanze, da parte dell’attuale classe politica che governa (o dovrebbe governare) l’Italia. Silvio Berlusconi è stato fatto fuori – peraltro nel contesto di strani avvenimenti internazionali che hanno coinvolto, a vario titolo, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Russia e Libia – perché, secondo qualcuno, impediva il cambiamento in positivo dell’Italia. L’intento, almeno quello decantato, era di migliorare il Paese. A distanza di qualche anno, non solo non è cambiato nulla, ma la situazione economica è addirittura peggiorata e quella sociale è in caduta libera, in quanto la tensione sta crescendo ovunque.

Sullo sfondo, intanto assistiamo ancora allo scontro tra Governo e sindacati, che sta assumendo la triste connotazione di uno scontro personale e meramente propagandistico, tutto sulla pelle degli italiani. Non resta, secondo Maurizio Landini, che forzare le resistenze delle altre organizzazioni sindacali restanti, ovvero Cisl e Uil. “Aprite gli occhi – ha tuonato nei giorni scorsi il leader della Fiom – basta divisioni, andiamo avanti insieme”.

gayNon poteva mancare, inoltre, la ciliegina sulla torta. All’inasprimento della crisi socio-economica, qualcuno intende affiancare, in modo surrettizio e spregiudicato, anche quello della crisi morale, attraverso l’imposizione dell’ideologia gender, persino nelle scuole ed in tenera età, un po’ come si sta verificando in altre parti del mondo dove si stanno registrando situazioni al limite dell’incredibile. Insomma, ci sono tutte le premesse perché i mesi successivi diventino più roventi che mai.

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About the Author: Luigi Iacopino