Spie dall’Est l’Italia nelle carte segrete della Stasi

copGianluca Falanga vive a Berlino dove collabora con il Museo della Stasi e ai servizi segreti della Germania Est ha dedicato alcuni libri. Il suo ultimo libro è Spie dall’Est. L’Italia nelle carte segrete della Stasi edito da Carocci www.carocci.it (pp. 288, € 19,00). Attraverso l’esame di una vasta mole di documenti Falanga descrive come la Stasi osservava il nostro paese. In quegli anni le Germanie erano due: la Germania Ovest, RFT, capitale Bonn e la Germania Est, DDR, capitale Berlino Est. La prima, alleata degli Stati Uniti; la seconda dell’Unione Sovietica. Italia e DDR stabilirono relazioni diplomatiche nel 1973 sino ad allora i contatti erano svolti da associazioni vicine al PCI e talvolta anche finanziate dalla DDR, come il Centro Thomas Mann. Stasi e SED (il partito comunista della DDR) erano, tra quelli dei paesi del Patto di Varsavia, i più fedeli alleati di Mosca. Ma i contatti tra Berlino Est e Roma erano anche di natura commerciale. L’ EUMIT una società di import-export con sede a Torino era controllata dalla STASI. Radio Berlin International trasmetteva programmi in italiano come Ascolta compagno. Vi erano comunque anche settori dell’industria italiana interessati a un’espansione commerciale al di là della Cortina di Ferro. Ma quale fu l’azione della STASI nel Bel Paese? Innanzitutto, l’Italia fu spesso utilizzata come luogo d’incontro tra spie: con i suoi milioni di turisti era un contesto ideale. Tra l’altro, nel 1966 l’ URSS elaborò una nuova strategia contro l’Occidente: di logoramento e a lungo termine; ammantata di propaganda pacifista e a favore del disarmo. Le analisi che venivano stilate a Berlino Est erano numerose e dettagliate. Riguardavano i più variegati aspetti della vita italiana: i partiti, la Confindustria, le Forze Armate, l’alta tecnologia civile e militare, l’energia. La STASI ebbe anche contatti, a vario titolo, con gruppi terroristici da Carlos lo Sciacallo ad Abu Nidal; dalle Brigate Rosse a gruppi neofascisti. Con quest’ultimi l’elemento di saldatura era l’antiamericanismo e l’antisionismo. La STASI era anche a conoscenza dei legami tra gruppi terroristici – in particolare di estrema destra – e criminalità organizzata. Verso la fine degli ottanta si ebbe una ripresa degli attentati in Alto Adige: che scemarono poi con la caduta del Muro di Berlino. Una coincidenza? Falanga risponde: “Forse sì. Probabilmente no”. Tra i documenti esaminati spicca una dettagliata analisi su Lelio Lagorio (socialista e Ministro della Difesa dal 1980 al 1983) per il suo attivismo e per l’opera di modernizzazione delle Forze Armate. In conclusione Falanga elenca i vari agenti della STASI in Italia. Una lista con numerosi omissis, generalmente relativi a comportamenti penalmente rilevanti o a comportamenti sessuali. Dal libro emerge come la STASI sia stata una struttura di altissimo livello con una forte capacità di penetrazione. Come attestano anche le operazioni sotto falsa bandiera, le attività di ricatto e gli agenti Romeo incaricati di sedurre le segretarie occidentali per carpire loro preziose informazioni.

Tonino Nocera

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano