Reggio: ancora minacce al Pm Giuseppe Lombardo

lombardoA distanza di pochissimo tempo, il Pubblico Ministero della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, torna al centro non tanto dell’attenzione mediatica, quanto piuttosto della cronaca e dell’allarme sociale. Sono passati, infatti, pochi giorni da quando quella voce misteriosa avvisava, minacciosamente, al telefono che i 200 chili di esplosivo per far saltare in aria il magistrato reggino sono sempre pronti, presumibilmente qualora lui non dovesse porre fine alle delicate indagini che lo vedono protagonista. In quella circostanza, tuttavia, l’aspetto più inquietante ha riguardato l’indicazione, da parte di chi ha chiamato, di alcune delle tappe della città in riva allo Stretto che la scotta del magistrato segue per riportarlo a casa. Segno evidente che gli interessati a porre fine alla vita di Lombardo hanno voluto far sapere di essere in possesso non solo della volontà di agire, addirittura subito, ma anche delle informazioni necessarie per colpire con precisione un uomo delle istituzioni. Quella voce misteriosa, quindi, è tornata a farsi sentire, comunicando l’ennesimo messaggio di morte, attraverso una nuova telefonata. “Siamo pronti ad ucciderlo”: sono state queste le parole pronunziate all’inizio di dicembre ma emerse soltanto in queste ultime ore, quando si è deciso di aumentare il livello di di sicurezza del magistrato reggino e della sua famiglia, come riportato da “Repubblica”, anche in ambiti che solitamente richiedono forme di controllo minori. Il livello di allerta è, dunque, altissimo, ben più elevato rispetto a quello provocato da altri episodi di minacce di cui il Pm è stato oggetto in passato. Probabilmente il prolungarsi nel tempo di questi avvenimenti ha indotto le istituzioni italiane a dare una maggior peso a quanto si sta verificando a Reggio Calabria, città che viene fuori da una stagione controversa di commissariamento e che adesso deve cercare non solo di recuperare il terreno perso ma soprattutto di inaugurare una stagione di rinnovamento e di sviluppo, per certi versi, bruscamente interrotta da alcuni anni. Resta comunque difficile, allo stato attuale, fare una valutazione complessiva dell’interna situazione. Giuseppe Lombardo, infatti, è titolare di inchieste importanti che riguardano, da un lato, la criminalità organizzata reggina, dall’altro la cosiddetta zona grigia che comprende vasti settori deviati della società, da quello imprenditoriale a quello politico-istituzionale. Non meno importanti sono le inchieste che riguardano i rapporti tra ‘ndrangheta e cosa nostra. Settori delicati che hanno costretto Lombardo, e gli altri magistrati con i quali collabora, a vivere una vita sacrificata e limitata. Il magistrato si è, comunque, detto sereno. ”Credo di poterlo definire ormai uno sciame intimidatorio quello di cui sono oggetto in queste ultime settimane”, è stato il primo commento del Pm reggino, come riporta “Gazzetta del Sud”. ”Non ho certo cambiato le mie abitudini – ha chiarito – e in questo momento mi trovo normalmente a lavorare nel mio ufficio perché le esigenze connesse alla mia funzione mi impongono di proseguire con impegno rinnovato. Tutto questo, in ogni caso, non servirà certamente ad interrompere il lavoro in cui è impegnata la Procura distrettuale di Reggio Calabria”.

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About the Author: Luigi Iacopino