Onu, Libia: accordo è sfida enorme. L’Isis ha cambiato strategia

LibiaGli equilibri politici in Libia sono sempre più delicati e il rischio che l’Isis possa trarre giovamento da questa situazione di estrema incertezza, fomentata da aspre divisioni interne al Paese, è molto alto. Con queste parole preoccupanti, l’inviato speciale Onu in Libia, Bernardino León, ha posto l’accento su un problema che, col passare dei giorni e delle settimane, si sta ingigantendo sempre di più. Ma la questione non è soltanto questo. Il pericolo di una nuova crisi politica nella terra un tempo sotto il duro controllo del colonnello Gheddafi, non deve essere sottovalutato, perché le gravi ripercussioni che si potrebbero verificare, associate al recente cambio di strategia dei miliziani fondamentalisti islamici, renderanno necessario un impegno ancora più gravoso e delicato da parte dell’intera comunità internazionale. Le azioni individuali, come quelle egiziane, non vengono valutate molto positivamente.

bernardino leonBernardino León, intervenendo al Consiglio di Sicurezza, ha pertanto esortato i Paesi dell’Onu ad agire con maggiore celerità, soprattutto per facilitare la ripresa del dialogo tra i libici, diretta alla conclusione di un vero e proprio accordo politico che renda possibile la creazione di un Governo di unità nazionale. Le azioni parallele potrebbero avere anche natura economica, come il blocco dei proventi del settore petrolifero, sanzioni individuali e persino il blocco marittimo. Quel che è certo è che l’attuale mancanza di una strategia comune, da un lato, indebolisce la cosiddetta coalizione anti-isis, dall’altro, avvantaggia proprio i fondamentalisti che hanno cosi la possibilità di pianificare le successive azioni e di coordinarsi.

IsisNon sarà un compito facile, soprattutto perché si dovrà mediare tra due posizioni – quella laica (Governo di Tobruk) e quella islamica (Governo di Tripoli) – attualmente in contrasto, e “saranno necessari saranno necessari compromessi e decisioni difficili” nell’ambito di quella che l’inviato speciale Onu in Libia ha definito una “sfida enorme” non soltanto sul fronte dei già citati equilibri politici ma anche su quello della sicurezza, rispetto al quale è necessario “fare di più”. Con queste parole, riportate dall’Ansa, l’Italia e gli altri Paesi europei sono quindi richiamati a trovare una soluzione nel minor tempo possibile. L’Isis, “da gruppo terrorista con piccoli commando si è trasformato in una realtà che conduce operazioni militari – ha ulteriormente precisato Leon – E’ un grande salto di qualità e per questo il tempo stringe”. In quest’ottica, quindi, l’incontro che si terrà tra qualche ora in Marocco tra le due anime libiche ha un’importanza decisiva.

Restano da approfondire, in conclusione, altre due questioni.  La prima riguarda il perché di tanta lentezza da parte dei Paesi dell’Onu, che – è bene ricordarlo – sono dotati di eserciti, servizi segreti, strumenti tecnologici ed armi di varia natura, enormemente più avanzati e potenzialmente molto più distruttivi di quelli dell’Isis. La seconda, invece, riguarda la posizione dei Paesi del mondo arabo.

banner

Recommended For You

About the Author: Luigi Iacopino