Michele Prestipino: artista poliedrico e restauratore reggino del post terremoto

Cappella del Sacro Cuore - Duomo di Reggiodi Antonella Postorino – Non è sufficiente raccontare nelle poche battute di un articolo la vita e le vicende artistiche di Michele Prestipino, bisognerebbe avere una visione completa delle sue opere così come accadde nel 2009, unica occasione nella quale fu ricordato con la mostra ospitata presso Villa Zerbi, nella quale molto coraggiosamente i familiari e gli amici misero a disposizione le loro collezioni private. Ma è possibile che un personaggio come Michele Prestipino sia stato dimenticato così velocemente? Non esiste nulla intitolato a lui, una via, un palazzo, una sala, forse per questo anche il suo nome è si è perso nell’oblio e per molti appare sconosciuto, eppure ancora oggi il nostro sguardo viene rapito dalla bellezza delle sue opere visibili in ambienti pubblici e privati della nostra città. Definito impropriamente come il restauratore e decoratore delle opere sacre, il genio artistico del reggino Michele Prestipino (1887-1975) echeggia in numerosi palazzi novecenteschi, con affreschi, dipinti, sculture che ne testimoniano il suo essere un artista “a tutto tondo”.

affresco Villino Calabrese 1925Michele Prestipino, insegnante di pittura e disegno, scultore, fotografo, ritrattista, pittore, scenografo e restauratore di spicco della “ricostruzione” della città di Reggio Calabria, iniziò la sua carriera artistica fin da giovanissimo mettendo in risalto il suo talento in più occasioni, infatti uno dei primi ritratti risale al 1887 e raffigura la madre. Stimolato da diversi maestri e illustri reggini dell’epoca, tra i quali il deputato Biagio Camagna, venne aiutato e accompagnato a Roma dove iniziò a entrare in contatto con artisti di fama nazionale. Dopo aver frequentato per un periodo l’ambiente romano, rientrò a Reggio per completare gli studi presso l’Istituto Tecnico e poter frequentare i corsi di pittura al Regio Istituto di Belle Arti di Napoli conseguendo il diploma in Disegno Architettonico. Nel primo novecento si trasferì in America dove, mentre frequentava le Scuole di Nudo newyorkesi lavorava per la U.S. Army, industria manifatturiera specializzata nella produzione delle medaglie.

Per conto della stessa azienda venne inviato a Parigi, dove entrò in contatto con gli ambienti artistici della Belle Époque. Giunta la notizia del terremoto del 1908, l’amico Alfonzo Frangipane lo tenne informato sulle sorti della città e nel 1921 decise di ritornare a Reggio per dare il suo contributo alla ricostruzione della città. Così ebbero inizio gli anni più floridi della sua attività artistica, che tra il 1935 e il 1975 lo videro impegnato come restauratore ufficiale del Museo Nazionale, ricoprendo, dal 1945, l’incarico di Ispettore Onorario alle Antichità e alle Belle Arti.

Oltre ai suoi interventi di restauro e i dipinti di arte sacra presenti nel Duomo, nelle chiese e in alcune cappelle del cimitero di Condera, Michele Prestipino realizzò tantissime opere pittoriche, scultoree e affreschi, oggi ancora visibili nei più eleganti edifici storici della città, come Palazzo De Salvo, Reytani, Nesci e Villino Calabrese. Il suo estro artistico trovò espressione anche nei lavori di scenografia realizzati per il Teatro Siracusa, nella realizzazione dei presepi che ogni anno venivano allestiti nelle sale dell’Istituto Magistrale “Tommaso Gullì”, e nella sua candidatura al concorso indetto per la realizzazione dello Stemma della Repubblica Italiana, del quale esistono ancora bozzetti e calchi in gesso.

Affresco Palazzo PrivatoTra le opere restaurate dall’artista per la Curia Reggina, la più antica è certamente la tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna della Consolazione, per la quale disegnò anche diversi progetti per la nuova vara. Prima di procedere al restauro delle opere pittoriche, egli le fotografava e ne traeva delle copie, come per i due dipinti di Giuseppe Benassai raffiguranti le Paludi d’Ostia e la Primavera, o scorci del dipinto di Domenico Marolì raffigurante il Sacrificio di Melchisedech, posto sull’altare della Cappella del Sacramento del Duomo di Reggio. La produzione pittorica del Prestipino si è incentrata su diversi soggetti, dall’autoritratto spesso impregnato di autoironia, alle composizioni di fiori, ai paesaggi, all’arte sacra e poi i bozzetti e i carboncini che ritraggono nudi di donna.

Tantissime opere inedite sono conservate nelle collezioni private dei suoi discendenti, tra le più ricche quella della nipote Sabrina, che ci ha illustrato tutto dettagliatamente, lasciandoci increduli davanti a tanta bellezza. Mentre dopo il terremoto l’identità si ricostruiva con interventi fisici sul patrimonio architettonico e artistico, oggi bisogna attuare una nuova “ricostruzione” attraverso la ricerca dell’identità perduta e la valorizzazione dei personaggi illustri che grazie alla loro personalità hanno reso la nostra città riconoscibile nei tratti e nella sua essenza.

Calco Stemma Repubblica Italiana

Metro on the Road ha il ruolo di ricercare, di far conoscere e soprattutto di proporre soluzioni per non dimenticare. Nel caso di Michele Prestipino non può fare a meno di proporre l’allestimento di una mostra permanente a lui dedicata, perché ciò equivarrebbe a restituire alla città un brano di storia dimenticata e forse anche un briciolo di speranza per le nuove generazioni, con l’intento di trasmettere quei valori positivi necessari per ritrovare il coraggio di osare.

 

 

Metro on the road

 

 

 

Antonella Postorino 

Riferimenti bibliografici

Profili di artisti reggini del ‘700 e ‘800, Di Mauro editore, Cava dei Tirreni, 1971

Guida del Museo Nazionale di Reggio Calabria, “L’arte bizantina, medievale e moderna, Edizioni Parallelo 38, Reggio Calabria, 1975

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About the Author: Antonella Postorino

Antonella Postorino è una Giornalista Pubblicista specializzata in architettura e beni culturali che collabora con il Metropolitano.it. Antonella Postorino è anche un architetto, designer e scenografa.