Reggio Calabria, l’infanticidio di cardiochirurgia

Cardiochirugia27\06\2015 – Aprire, aprire… ad ogni costo. Nessuno però pensa al dopo, le lobbies di turno che immaginano di operare volando sopra i reali bisogni ed interessi dell’Area Metropolitana e la deprivano dell’opportunità irripetibile di dare un respiro Europeo e Mediterraneo e dissolvere l’atavico gap che ci ancora ai fondali melmosi in molti settori sia per scelta nostra che per volere di baronie che vivono nel ‘900. La cardiochirurgia potrebbe essere il volano per trainare la sanità metropolitana (si annullerebbe la migrazione passiva e addirittura si incentiverebbe quella attiva) verso l’eccellenza permeando le fondamenta della stessa città. Il sistema migliore e’ il modello “service” che gestito da aziende leader nel mondo, fornisce risorse umane e materiali di prim’ordine, capace di spostare malati da altri paesi e soprattutto creare una scuola e offrire ai nostri giovani talenti la fortuna di entrare in una simile combinazione a Reggio Calabria!! La strategia aziendale è volta a conquistare nuove fette di mercato e quindi hanno tutto l’interesse di fornire innovazione continua, promuovere la ricerca ed equipe di assoluto valore internazionale. La struttura del centro cuore è stata definita da cardiochirurgi che l’hanno visitata un gioiello tra i più avanzati d’Europa e sicuramente ci sarebbero molte aziende interessate e i vantaggi sarebbero indiscutibili per la qualità della vita degli abitanti dell’area metropolitana. Tutti, inclusi, baroni e lobbisti vari potrebbero avere necessità di arrivare entro quaranta minuti presso un centro di eccellenza per sopravvivere e Catanzaro o Catania sono solo raggiungibili in elicottero!! Entro quel lasso di tempo. Altra opportunità sarebbe la gestione publico-privata che non garantisce standard elevati per via di scelte clientelari incompatibili con i tempi dell’innovazione. Poi alcuni sprovveduti di turno auspicano commistioni con altre strutture pubbliche poco significative e con la deprecabile voglia di recuperare personale del luogo da qualificare con tanto di corso professionale full immersion, immaginate che tipo di equipe raccogliticcia ne verrebbe fuori. Quale pazzo assumerebbe la direzione della struttura e con gli stipendi del pubblico!! Immaginate i vantaggi che trarrebbero i giovani interessanti in un siffatto percorso esperenziale. I danni subiti dalla mancata apertura sono incredibili,vite umane sacrificate, incremento dei viaggi della speranza, aggravio sul tanto disastrato bilancio regionale. Pare che in questi giorni si dovrebbe chiudere un accordo con la Mater Domini di CZ e sarebbe un salto nel buio in quanto al di là dell’arcinota autoreferenzialità che è propria delle agenzie educative, qual’è il modello organizzativo di cui sarebbe portatrice? Va detto pure che le statistiche che si riferiscono alla vecchia gestione sono poco rassicuranti,mentre la nuova divulga un dato positivo ma insufficiente per qualificare la struttura. Nell’era dei big-data è doveroso diffondere la geografia delle tipologie di interventi, i bypass aortocoronarici oggi sono interventi di routine nei centri più o meno specializzati;il servizio urgenza/emergenza si potrà dire essere appetibile conoscendo il dato di tutti gli ingressi e il dato sulle rotture di cuore, disseccazioni aortiche ecc. Il nostro intervento è lungi da essere campanilistico, è solo la constatazione che una potenziale struttura di eccellenza necessità piloti e team di formula uno.

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.