La FIAT

Con questo pezzo terminiamo la rubrica dedicata alla Storia dell’Industria Italiana. Riteniamo giusto concludere, dulcis in fundo, con l’Industria italiana per antonomasia, quella con la I maiuscola: la Fabbrica Italiana Automobili Torino. L’atto costitutivo della FIAT è dell’11 Luglio del 1889, quando si costituisce a Torino questa Società Anonima, con l’obiettivo di realizzare automobili. Il capitale sociale era di 800.000 mila lire, e già questa era una novità per l’epoca, ed un elemento di superiorità della FIAT rispetto alle altre fabbriche torinesi ed italiane, che avevano carattere di artigianalità. Il primo stabilimento viene realizzato in Corso Dante, a Torino, nel 1900. La storia della FIAT è la storia della famiglia Agnelli. Nel 1902 viene nominato direttore generale Giovanni Agnelli, che imposterà la propria strategia industriale ad imitazione delle nuove tecniche provenienti dagli Stati Uniti: il taylorismo realizzato da Ford nei propri stabilimenti di Detroit. Nel 1908 sorge il primo stabilimento FIAT negli USA, a Poughkeepsie, NY. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale offrirà alla FIAT l’occasione per fare valere tutta la sua potenza industriale, partecipando alle commesse per l’industria bellica.

20111109-011236.jpgNel 1922 viene terminata la costruzione del Lingotto, uno stabilimento che si sviluppa anche in verticale (cinque piani più la pista di collaudo sulla copertura), oggi affollato ed apprezzato centro congressi polifunzionale. Ma uno dei motivi del grande successo FIAT in questi anni è anche la diversificazione produttiva, dal settore ferroviario a quello aeronautico; e la specializzazione finanziaria: nel 1927 viene costituito l’Istituto Finanziario Industriale, che costituisce la cassaforte della società per azioni; sempre in quegli anni viene costituita la SAVA, società che consentirà l’acquisto a rate delle automobili che, detto per inciso, ancora costavano abbastanza: la “Balilla” venne posta sul mercato nel 1932 al prezzo di 10.800 lire, molto per quei tempi.

Nel 1966 l’Avvocato Gianni Agnelli, nipote del fondatore, diventa presidente della società. Il periodo dell’Avvocato è il periodo in cui FIAT consolida la sua presenza internazionale: è sempre del 1966 l’accordo con l’URSS per la costruzione dello stabilimento di Togliattigrad per la costruzione della Zigulì (la nostra 124). Con Agnelli, inoltre, FIAT comincia il periodo delle acquisizioni: Lancia, Ferrari, Alfa Romeo, Abarth, tutti questi marchi verranno acquisiti da FIAT, per un processo di unificazione dell’industria automobilistica nazionale. Negli anni in cui è stato al comando della FIAT, l’Avvocato Gianni Agnelli ha rappresentato l’industria italiana nel mondo in maniera impareggiabile. Molto della crescita economica complessiva del Paese, soprattutto nel Secondo Dopoguerra, lo si deve alla multinazionale torinese. Credo che sia emblematico, a tal proposito, rammentare un’intervista realizzata dal TG1 il giorno in cui era aperta, a Torino, la camera ardente dell’Avvocato (che morì, ricordiamo, il 24 Gennaio del 2003). Il giornalista si avvicinò ad una signora sulla sessantina, che era in fila, e piangeva.
– “Signora, perché piange?” chiese il giornalista.
Quella rispose:
– “Piango perché io sono della provincia di Catania, siamo partiti, io e mio marito, negli anni ’60 che non avevamo una lira in tasca. Qui a Torino abbiamo trovato lavoro, la casa (FIAT costruiva alloggi popolari e li assegnava ai propri dipendenti n.d.a), abbiamo potuto fare studiare i nostri figli, li abbiamo mantenuti all’Università, li abbiamo sposati, tutto grazie ad Agnelli”.
Al di là della retorica, questo aneddoto ci sembra la migliore lezione di Economia che abbiamo mai sentito: l’elogio dell’imprenditore che, invece di tenere i propri capitali in banca, li investe, realizzando così ricchezza, occupazione e benessere, senza conflittualità. Noi siamo dell’idea, da questo punto di vista, che nelle nostre città bisognerebbe costruire monumenti anche ad imprenditori come Agnelli, come Pirelli, come Mondadori, come Olivetti, … che hanno fatto crescere l’economia italiana ed hanno fatto grande l’Italia nel mondo.

Prof. Giuseppe Cantarella

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