Sea Shepherd nelle acque dell’Antartico

Battaglia nelle acque dell’Antartico per salvare le balene minacciate dai pescherecci giapponesi. Gli attivisti di Sea Shepherd, organizzazione fondata nel 1977 da Paul Watson e dedita alla difesa della fauna e dell’ambiente marino, hanno ora a disposizione anche un drone, aereo telecomandato fornito di apparecchi fotografici, per cercare di impedire alle navi giapponesi di cacciare i cetacei. Sea Shepherd, il cui fondatore è uno dei padri di Greenpeace, diversamente da quest’ultima organizzazione, porta avanti una politica di sabotaggio delle navi colpevoli di violare le leggi della Carta internazionale delle Nazioni Unite per la Natura  (United Nations World Charter for Nature – 1982) a tutela delle specie marine.

“Verso i contrabbandieri applichiamo la forza per impedirgli di continuare nel crimine. Non la violenza, ma solo la forza.” E’ la replica degli eco-guerrieri alle accuse di Greenpeace, che ha ufficialmente ripudiato i legami con la Sea; e, infatti, in quasi  trent’anni di attività, i militanti di Sea Sheperd non hanno mai subito alcuna condanna. “In tutte le nostre azioni non abbiamo mai causato ferite o lesioni a nessun essere umano e, quando abbiamo colpito, le navi sono state i nostri unici obiettivi.”

Alla vigilia di Natale si è svolto un vero e proprio duello nelle fredde acque dell’Antartico; grazie al drone, gli eco-guerrieri hanno potuto individuare la posizione della baleniera giapponese “Nisshin Maru”, che si muoveva a sud ovest delle acque australiane, accompagnata anche da tre unità di scorta per difendersi dagli attacchi in particolare della “Steve Hirwin”, ammiraglia della flotta dei “pirati verdi”.  Presenti sul luogo, oltre a un elicottero, anche la “Bob Baker” e la “Brigitte Bardot”, trimarano acquistato dalla Sea per 4 milioni di dollari, dall’originario nome “Ocean 7 Adventure”, ribattezzato così in onore dell’attrice francese da sempre impegnata in battaglie a difesa degli animali. La nave è dotata di sistemi moderni e può raggiungere la velocità di 24 nodi.

Gli attacchi si svolgono attraverso azioni di disturbo con gommoni veloci, lancio di proiettili di burro rancido, tiri di fumogeni e petardi. I giapponesi si difendono con idranti  e bombe stordenti presenti sulle navi; i capitani delle unità attuano anche mosse aggressive che in passato hanno portato alla distruzione di un sofisticato catamarano usato dalla Sea Sheperd. Ma i “pirati verdi” non si arrendono; la difesa delle balene è una motivazione troppo forte e sentita e la loro battaglia è appena cominciata.

Giusy Palamara

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