La “storia” di Padoa-Schioppa

22\12\2010 – Lo scorso 18 Dicembre, in seguito ad una crisi cardiaca, è deceduto all’età di 70 anni Tommaso Padoa – Schioppa, uno dei maggiori economisti italiani di questi ultimi anni. Il suo curriculum è stato davvero straordinario: per lunghi anni è stato fra i massimi dirigenti della Banca d’Italia; la nomina di Antonio Fazio quale Governatore gli aveva aperto le porte della Banca Centrale Europea, di cui fu autorevole componente del consiglio. Fu Ministro per l’Economia nel governo Prodi, e durante il suo operato il deficit pubblico italiano era sceso all’ 1,9 % nel 2007 , mentre nello stesso anno il debito pubblico era sceso al 104 % , e vi erano tutte le condizioni affinché scendesse sotto la soglia psicologica del 100 % . Queste brevi note, corredate da stringati numeri, servono a dare lo spessore delle grandi capacità di Padoa – Schioppa nel settore finanziario, sia in ambito nazionale che in ambito europeo. Ma, come capita spesso, Padoa – Schioppa è rimasto celebre soprattutto per alcune sue affermazioni esternate qualche anno fa, e riportate con enfasi dai mass – media, sempre a caccia di notizie ad effetto. Fece discutere, infatti, quell’affermazione fatta a proposito della necessità di pagare le tasse (peraltro trattandosi di un principio costituzionalmente garantito dall’articolo 53 della nostra Legge fondamentale):  Padoa – Schioppa ebbe a dire che : “dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili”. Apriti cielo! Quanti commenti negativi suscitò questa affermazione, che invece metteva in luce il principio cardine della vita sociale: il patto che sottoscrivono i cittadini è un patto di solidarietà finanziaria che si estrinseca attraverso il pagamento delle tasse, evidentemente in proporzione alla propria ricchezza. Sappiamo bene che la raccolta fiscale consente al Governo di procedere alla spesa pubblica, con cui vengono messi a disposizione della collettività i beni pubblici di utilità collettiva. Ancora più scalpore fece, poi, quell’altra affermazione sui cosiddetti “bamboccioni” . Padoa – Schioppa aveva voluto riferirsi a quei giovani che trovano comodo rimanere a casa a continuare a godere della sicura protezione economica della famiglia, piuttosto che seguire un percorso autonomo, magari rischioso ma certamente più dotato di soddisfazioni. A quell’affermazione vi fu una confutazione, proprio da parte di consistenti segmenti del mondo giovanile, che fecero notare al Ministro che molte volte non vi sono le condizioni per poter andare via da casa, mancando il lavoro. Ma fu una provocazione utile a suscitare un dibattito. Altri tempi, e sono tempi che sembrano lontani assai. Padoa – Schioppa lascia di sé il ricordo di un economista di valore, di un personaggio di grande spessore che si colloca nel solco di quella tradizione di economisti italiani dei quali potremmo citare personaggi, ahimè, sovente dimenticati, quali Luigi Einaudi, il reggino Attilio Da Empoli, Ezio Vanoni. Economisti che hanno avuto sempre ben chiaro quello che è il principale obiettivo della politica finanziaria, vale a dire la redistribuzione del reddito.

Prof. Giuseppe Cantarella

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