Prefazione di “Apri gli occhi” di Marco di Gioia

 Venerdì 6 dicembre 2013, ore 19 presso Teatro Zanotti Bianco (RC) 
apri gli occhi
apri gli occhi

di Fenesia Calluso* – Conosco Marco da quando eravamo poco più che adolescenti, e non ho mai capito come faccia uno come lui, a concepire cose così brutte: non è la sua prima fatica letteraria… Ovviamente per brutte non intendo illeggibili, piuttosto che ci costringono a riflettere sulle brutture umane. L’altra cosa che non capisco è per quale motivo io però lo legga sempre tutto d’un fiato! Ci sono libri che mentre li leggi hai l’impressione che qualcuno ti stia leggendo nel pensiero. Come se l’autore avesse scritto, descritto, stati d’animo e sentimenti che tu provi ma che non sei mai riuscito a tradurre in parole. Ti senti un po’ nudo in quel momento, ma ti conforta scoprire che qualcun altro prova le tue stesse sensazioni!  Ecco, auguro a tutti voi di non avere mai questa sensazione mentre leggete queste pagine. È un confronto con il dolore, con il male che attira altro male, che diventa cattiveria e risucchia in un vortice pericoloso dal quale è difficile uscire. Mi auguro che leggendo vi sentiate sollevati perché ciò che state leggendo non è mai successo a voi. Ma spero che rimaniate a riflettere sul fatto che di fantasioso, ci sono solo i nomi dei protagonisti. Perché i fatti, gli intrighi, le paure, le vendette, il dolore lacerante che può appartenere all’essere padre e madre, quelli ci circondano, il mondo ne è pieno. La gente di cui incrociamo lo sguardo per strada, forse la donna che ci precede alla cassa del supermercato, o il tizio che corre sul tapis roulant in palestra accanto a noi, hanno un segreto, un dolore, e forse un piano per allontanarlo per sempre.

 marco di gioia
Marco Di Gioia

Non riuscirete a leggerlo a tappe, non potrete saltare avanti di qualche pagina perché qualche lunga descrizione vi tedia. Questo libro sarà un’immersione. Con qualche apnea… C’è un passaggio, un concetto, sul quale mi sono soffermata a lungo, sul quale ho maggiormente riflettuto: “Ciò che è più importante, è che la paura venga rinchiusa, messa al buio, giusto per far sentire tutti più tranquilli… ma è solo la paura che hanno sbattuto in cella, non il colpevole…” Chissà se alla fine del libro riuscirete a sostenere il contrario.

*giornalista RAI

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