Economia in crescita per il 2014

Il 2014, sebbene stentata, registrerà l’inizio della ripresa economica

Il 2014 comincerà bene per gli italiani, almeno per il carico fiscale e di questi tempi si tratta di notizie ampiamente positive. Infatti, rispetto al 2012, nell’anno appena concluso, un giovane operaio senza familiari a carico ha beneficiato di un risparmio fiscale di 15 euro. Per una famiglia bireddito con un figlio a carico, invece, il peso delle tasse è diminuito di 178 euro, mentre é salito a 250 euro lo sgravio per una famiglia monoreddito con due figli a carico. Buone notizie, finalmente. Nel 2014, almeno per i primi due casi, la situazione è destinata a migliorare, grazie alla riduzione del cuneo fiscale approvato dal Governo Letta con la legge di Stabilità. Se per il giovane operaio la contrazione rispetto al 2013 sarà di 111 euro, per la coppia con un figlio salirà a 183 euro. Solo nel caso della famiglia monoreddito con un livello retributivo medio alto, le tasse sono destinate ad aumentare. Rispetto al 2013, nel 2014 pagherà 164 euro in più. Buone notizie quindi e anche se scarne, danno la sensazione che qualcosa di buono nel 2014, in Italia, si potrà registrare sotto il profilo della economia familiare. Certo non saranno tutte rose e fiori. La “Patria vuole sacrifici”. Così per aiutare quelle aziende nostrane, le c.d. aziende “energivore”, che sono quelle imprese manifatturiere con elevati consumi di energia elettrica, come Ilva o Fiat, gli italiani dovranno sobbarcarsi gli aiuti a questi “motori traino” della nostra economia. Infatti, è a causa delle agevolazioni che il Governo ha introdotto per legge, con uno sconto agli oneri che queste imprese devono sostenere, che dal primo gennaio 2014 gli italiani si ritroveranno in bolletta un aumento dello 0,7% per l’energia elettrica, pari a un rincaro di 4 euro su base annua per una famiglia tipo. Nessun cambiamento invece per le tariffe del gas. Lo ha deciso l’Autorità per l’Energia nel consueto aggiornamento trimestrale delle bollette.

foto di GNS

Anche viaggiare dal 1 gennaio costerà un po’ di più. A dover contribuire alla “rinascita” italiana dovranno pensarci dunque, anche gli automobilisti i quali si troveranno una media del 4% in più di costi dei pedaggi autostradali. Anche se si registreranno picchi di aumento ben più cospicui, in effetti, visto che le società che gestiscono le autostrade sono diverse, diversi saranno gli aumenti. Il maggiore incremento riguarda la Strada dei Parchi, la società che gestisce le autostrade A24 Roma-L’Aquila-Teramo e A25 Torano-Pescara, con un +8,28%. Seguono la concessionaria Centro Padane, società che gestisce varie autostrade in Emilia e Lombardia, con +8,01%, le Autovie venete (+7,17%) e la Cisa (A-15) e Cav- A-4 Venezia-Padova, entrambe con un aumento del 6,26%. Autostrade per l’Italia invece, società che gestisce la gran parte della rete autostradale italiana, aumenta i pedaggi del 4,43%. Non si registra invece nessun aumento per il consorzio Autostrade Siciliane Messina-Catania e Messina-Palermo, per le Autostrade Meridionali e per la Asti-Cuneo. Ma non finisce qui. L’italiano dovrà aiutare anche le nostre “Poste Italiane” infatti, il costo per spedire una lettera potrà salire dagli attuali 70 centesimi sino a 95 centesimi entro. Il disco verde a possibili aumenti delle tariffe praticate da Poste Italiane è venuto in questi giorni dall’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni (Agcom). Un complesso provvedimento su questo argomento è stato pubblicato sul sito dell’Agcom e stabilisce appunto che “Poste Italiane ha facoltà’ di incrementare il prezzo delle posta prioritaria relativa alla prima fascia di peso (0-20 grammi), fino a 0.95 euro/invio, a partire dal 2014 ed entro il 2016”. L’aumento potrà interessare anche le raccomandate (da 3,60 a 5,40 euro): “Poste Italiane – si legge nella delibera – ha facoltà di incrementare il prezzo della Posta Raccomandata relativa alla prima fascia di peso (0-20 grammi), fino a 5,40 euro/invio, entro il 2016”.

Ma per aiutare il nostro paese a riavviare i motori dell’economia saranno sempre i “normali cittadini” a doversi sobbarcare altre piccole richieste in termini di aumenti: Rincari in vista infatti, per caffè, bibite e snack acquistati attraverso i distributori automatici. Dal primo gennaio sarà infatti possibile aumentare il prezzo di circa il 6%, adeguandolo all’aumento Iva dal 4 al 10%, anche per i distributori collocati in ospedali, caserme, uffici, scuole e altri edifici destinati alla collettività per i quali erano stati stipulati i contratti prima dell’aggravio fiscale. Lo annuncia la Confida-Confcommercio commentando un emendamento introdotto nella Legge di Stabilità. L’italiano medio pertanto, durante la propria pausa lavorativa, mentre aspetta l’orario per le visite in ospedale o tra una lezione e l’altra a scuola o in una università, saprà che, se il suo caffè al distributore automatico costerà qualcosina in più rispetto al 2013, quei centesimi aggiuntivi contribuiranno (almeno si spera) al rilancio economico del nostro “Bel Paese”.

Fabrizio Condemi

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