Il voto utile e gli stregoni dell’antipolitica

Parlamento_Europeo_BruxellesBisogna mettersi d’accordo. Bisogna capire se il qualunquismo e il populismo devono guidare la rotta della nostra quotidianità o se il lume della ragione dimora ancora nella società italiana e trionfa dinanzi a squallidi quanto inopportuni balletti da sciacalli. L’esercizio democratico è un diritto a cui i cittadini italiani accedono dalla nascita, sprecarlo o non esercitarlo è pari ad una bestemmia di quelle impertinenti ed inascoltabili. E’ evidente che la crisi dei partiti e degli uomini politici nel nostro Paese ha partorito come naturale conseguenza un frattura, a tratti quasi insanabile, tra la base e la rappresentanza, giungendo ad una “vacatio” di qualcosa che rappresenta il fondamento della democrazia: il riferimento.

Le elezioni sono la massima espressione di un regime democratico e l’unica modalità con cui poter decidere i propri rappresentanti all’interno degli organi legislativi. Il non-voto corrisponde esattamente a una volontà dell’elettore, così come andare a votare e mettere una croce su un simbolo, o su un sì o un no. “Chiunque non sia soddisfatto delle offerte sulla scheda o non sia interessato a fare quella scelta ha l’astensione dal voto come strumento e come diritto. Pertanto l’astensionismo strategico non è una vera e propria soluzione per scardinare la partitocrazia ed esprimere il dissenso, poiché l’astensione dal voto non ha una proiezione istituzionale”.

Ed è questo il punto: oggi si vuol fare trionfare il populismo, il dissenso, o la ragione. Perché sui social network, da più parti, impazza il motto: “non a destra, non a sinistra, in Europa gente di cui mi fido!”.

Bene, se questa è la logica, i reggini a chi dovrebbero affidarsi per le prossime europee visto che di candidati made in Reggio ne troviamo praticamente soltanto uno nelle liste?

Dovrebbe forse, il reggino, mettere una “ics” e su uno di quei movimenti che, così come per le nazionali, anche per le europee si propongono di portare dentro i palazzi il “nuovo”, ma si dimenticano di dirci che questo nuovo è: ignoranza, cattiveria, invidia, vuotezza. Si vuotezza, di contenuti, idee e proposte. L’imperativo di alcuni esponenti di quei movimenti, figli del populismo e della falsità ideologica italiana, è la mancanza di argomenti propositivi. E questo la nostra terra non se lo può permettere perché ha bisogno di rappresentanti autorevoli e forti, in Europa così come a Roma. Perché ha necessità di pari trattamento rispetto alle altre realtà, senza penalizzazioni e senza imparzialità.  Dunque ci sembra logico che l’unico voto utile per queste elezioni vada in una sola e chiara direzione….

IPSE DIXIT

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