“L’arte del denim”

Un indumento che non deve assolutamente mancare nel guardaroba è il jeans, il più amato e indossato dai giovani e non solo, insomma grandi e piccini sono sempre alla ricerca del loro modello preferito. E’ a Genova che intorno al 1500 nasce la storia del tessuto che ha accompagnato l’evoluzione dei jeans. Infatti con il nome “blue de Genes” (da qui: blue jeans) si indicava un particolare tipo di telone di colore blu utilizzato sulle navi per vele e per coprire le merci. Questo particolare tessuto,  resistente alle intemperie e quindi adatto ai lunghi viaggi dei marinai liguri, veniva fabbricato nella città francese di Nimes da qui la parola denim. Però, è solo a partire dal 1850 che il termine jeans viene utilizzato per identificare non il tessuto, ma un determinato modello di pantaloni. Infatti, a San Francisco Levi Strauss, insieme al socio Jacob David Youphes, lancia un modello di pantaloni, resistenti, con cinque tasche, per i cercatori d’oro. Fino alla Seconda Guerra Mondiale il jeans rimane un abito da lavoro, per poi diventare, nel dopoguerra, un indumento da tempo libero. In Europa arriva alla fine della guerra con le armate americane vincitrici. Poco dopo con il cinema americano degli anni ’50 i jeans entrano nelle case dei giovani insieme ai primi idoli del cinema e del rock’n’roll: da James Dean a Elvis Presley. In questo periodo il jeans diventa il simbolo della ribellione giovanile, delle bande, della voglia dei giovani di prendere le distanze dall’ipocrisia del mondo adulto. I “sessantottini” scelgono il pantalone azzurro quale uniforme. Alla fine degli anni ’70, col declino della contestazione, le varie griffe si impadroniscono del jeans, quale capo di abbigliamento elegante. In questo periodo il famoso pantalone si diffonde ed è difficile trovare una persona che non ha un jeans nel suo armadio e a partire dagli anni ’80 qualsiasi ditta di abbigliamento produce una propria linea jeans e oggi gli stilisti fanno a gara per trovare l’idea più originale in materia di denim. Seal Kay, ad esempio, ditta formata da un gruppo di artigiani indipendenti per la nuova stagione ha lanciato un ecokit basato su materiali caldi ed organici. Una scatola in teak nero: all’interno, un paio di jeans numerati. Il loro processo di lavorazione si basa su prodotti naturali come i bottoni che sono in cocco, senza alcun utilizzo di metallo. La collezione è disponibile sia per lui che per lei in pochissimi negozi selezionati. Si profila invece un futuro a tutto campo per Rachel Bilson, una delle protagoniste del telefilm O.C: a lei infatti il compito di lanciare la collezione DKNY jeans, in vendita a partire da settembre: lo ha fatto sia disegnando i capi, ma anche indossandoli come modella. Swish Jeans, di cui è testimonial Eva Erzigova, ha proposto con una specie di tuffo nel passato un denim che rimanda all’era della dolce vita e del bianco e nero. Una delle aziende leader tra i teen ager: Fix Design ha puntato per questa primavera–estate a jeans a zampa di elefante e a mini jeansate con strass e bottoni di metallo con stampe di Hello Kitty o Winnie Pooh. Atmosfere ancora hippy per Pepe Jeans che per la sua collezione si è avvalso della modella Isabeli Fontana. Di certo non poteva mancare la prezzemolina festaiola Paris Hilton con il suo store on line, raggiungibile all’indirizzo parishiltononline.com, in cui possiamo trovare jeans a partire da 78 dollari sia stretch che a zampa. United Colors of Benetton nella sua collezione  2008-2009 ha presentato un pantalone largo in denim stretch, con eventuale giacca coordinata.  Semplicemente deliziosi i jeans True Religion Bobby Boot; semplici, svasati e dal costo di 277 euro da abbinare magari ad una scarpa dal tacco vertiginoso. Scelta molto ampia per le fedelissime Diesel, dove possiamo trovare jeans ma anche gonne al ginocchio e tute rigorosamente di jeans per una ragazza dallo stile decisamente sportivo. Per quanto riguarda la scarpa che possiamo abbinare sono adatte quelle Cesare Paciotti, che si è ancora una volta sbizzarrito passando da scarpe dal tacco altissimo e coloratissime adatte per l’estate a stivaletti in pelle quasi senza tacco neri fino a stivali bordeaux molto glamour per l’inverno. Levi’s si veste d’arte grazie alla collaborazione con uno degli artisti più famosi del momento, l’inglese visionario Damien Hirst. E da questo connubio creativo nasce la collezione “Levi’s X Damien Hirst”: tre opere del modello più famoso del marchio, il jeans 501, prendono forma con la tecnica dello spin painting e cioè dipingendo su una superficie circolare in rotazione al pari di un vinile sul giradischi. Teschi, pois colorati e farfalle tropicali per una collezione che come tutte le opere d’arte dell’artista celebra il tema della morte. Per l’uomo, Levi’s 501 jeans, nelle varianti nero e blu, si abbinano a t-shirt bianche, nere e viola intenso, su cui sono state inserite le esclusive e iconiche immagini di Hirst. Per le ragazze t-shirt, maglione, giacca e jeans molto stretti dai colori psichedelici con Swarovski e dettagli borchiati. Da Picasso, Basquiat, Andy Warhol a Jackson Pollock: il jeans è sempre stato oggetto del desiderio di molti nomi altisonanti del panorama artistico internazionale, quasi a diventarne una seconda pelle. La collezione “Levi’s X Damien Hirst”, esprime al meglio la passione dell’artista per il noto brand. L’ambizione di Hirst è quella “mostrare la sua arte” attraverso una proposta di jeans e di top, destinata ai più raffinati collezionisti del denim. Lo stesso Hirst aggiunge: “Mi ha affascinato l’idea di arte da indossare.” E sull’ispirazione della collezione aggiunge “Vivo in Messico e adoro il modo in cui i messicani celebrano tutti gli aspetti belli e brutti della vita. Nel corso della nostra esistenza ci è dato un tratto di tempo da ‘percorrere’ che non dura tuttavia a lungo: spero che le mie immagini comunichino questo concetto”.

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About the Author: Sonia Polimeni