Quando il remake diventa contemporaneo

Siamo abituati, nel panorama cinematografico soprattutto hollywoodiano, ai classici remake. Il remake non è altro che la rivisitazione, solitamente in chiave moderna (visto il numero di anni che intercorre fra l’uno e l’altro ), di quei film che hanno saputo lasciare il segno nella storia delle pellicole più acclamate.

E’ pur vero che non tutti i remake riescono col buco, convincendo il pubblico che – se fatta male – la nuova versione di una storia già amata non sempre viene apprezzata, anzi, a volte la cattiva reputazione di un film remake influisce su quella del film originale.

Capita anche di trovarsi di fronte due film “uguali” in un arco di tempo molto breve, confondendo lo spettatore e attirandolo in una trappola di caos stilistico-narrativo. Ciò accade quando Hollywood si ingelosisce dei successi perlopiù europei.

E’ il caso di Funeral Party (Death at Funeral di Frank Oz, 2007) produzione inglese, e Funeral Party (Death at Funeral di Neil LaBute, 2010). In Italia i due prodotti filmici vengono distinti dal titolo, variando – necessariamente – Funeral Party (2010) in Il funerale è servito.

Ad accomunare, altresì, le due pellicole è lo straordinario personaggio del “nano Peter” interpretato, in entrambe le versioni, da Peter Dinklage. In questo caso le differenze tra i due film sono davvero minime dove a distinguersi troviamo l’inimitabile british humor ed un eccezionale cast.

Un altro esempio di remake contemporaneo lo abbiamo con Millennium – Uomini che odiano le donne (titolo italiano) nella versione originale svedese diretta da Niels Arden Oplev, 2009, e quella hollywoodiana diretta da David Fincher nel 2011. Tratto dalla trilogia narrativa Millennium di Stieg Larsson, Uomini che odiano le donne arriva in sala affascinando lo spettatore e collocandosi nelle produzioni europee come uno fra i migliori film degli ultimi dieci anni. Come poteva, Hollywood, restare a guardare senza sfruttare l’onda svedese? Ecco che ci si è dato da fare per avere una versione – a distanza di soli tre anni – tutta stelle e strisce.

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About the Author: Ilenia Borgia