Si degli Avvocati e Mediatori alle ADR: servono per l’avvio del PCT

Oltre mille tra avvocati e mediatori si sono confrontati in questo mese di luglio sulla proposta di  legge  in tema di  “Misure urgenti per la riforma della Giustizia Civile e nuova disciplina di alcune dei modi alternativi di risoluzione delle controversie in materia civile commerciale e di famiglia”.   La consultazione voluta dal Presidente del Consiglio ha dato luogo ad un ampio dibattito tra mediatori e avvocati che per la prima volta si sono trovati d’accordo sulle ADR  perché oggi più che mai necessarie al concreto avvio del PCT.  La  proposta  di riforma che sarà consegnata nella prossima settimana a un nutrito gruppo di parlamentari  è volta a disciplinare alcuni dei modi alternativi di risoluzione delle controversie in materia civile commerciale e di separazione tra i coniugi, nonché nella materia penale e amministrativa. La proposta, nell’intenzione degli avvocati e dei mediatori, mira ad introdurre nell’ordinamento disposizioni volte a consentire, da un lato, la riduzione del contenzioso, attraverso la possibilità del trasferimento in sede arbitrale dei  procedimenti pendenti e d’altro a promuovere, in sede alternativa la rapida soluzione di controversie già pendenti o che sopravvengono,  attraverso gli   istituti della mediazione, della negoziazione e dell’arbitrato. In particolare, la risoluzione dei conflitti  in via stragiudiziale viene favorita dall’introduzione di un nuovo istituto quale la negoziazione assistita da un avvocato che si aggiunge a quello già esistente della mediazione la cui disciplina, alla luce delle positive esperienze segnate durante la sua prima fase di sperimentazione, è stata ampiamente rivisitata e potenziata. L’intervento nel suo complesso ha come primo obiettivo quello di smaltire l’enorme carico di arretrato giudiziario degli oltre 5.200.000  giudizi pendenti in sede civile, che si pongono come un ostacolo insormontabile, dicono gli avvocati,  per il concreto avvio del processo civile telematico il quale richiede, ai fini dei reali benefici,  che siano libere tutte le risorse e  gli  attori del processo civile.

 

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