Quale futuro per il Centrodestra italiano?

Rome Italy 23 September 2018 – Isola Tiberina – Atreju18 ” EUROPA CONTRO EUROPA ” 21° edizione
Giorgia Meloni durante l’inno nazionale
Credit: Giuseppe Andidero/Alamy Live News

L’Italia è un Paese allo stremo, non ci stancheremo mai di ripeterlo. E, nonostante proiezioni e dati negativi diffusi dalle indagini condotte da istituti nazionali ed internazionali, la compagine governativa e, quella che viene definita una strana ed ambigua maggioranza che la sostiene, ancora ci propinano la visione di una Nazione, seppur non ancora in ripresa, ma comunque in una fase non più di decadenza ma di stallo. Il problema è che questo non è vero. L’Italia è ben lontana dalla soluzione dei propri problemi e l’unica strada ribadita con forza, riforme a parte, passa dai tagli quasi indiscriminati e dalla svendita di quanto è rimasto di buono del nostro più che precario tessuto economico.

Tra gli argomenti più discussi rientra, tuttavia, anche la circostanza che vede un Governo – l’ennesimo che non gode di legittimazione popolare, nonostante, per il tramite dei propri componenti, si riempia di continuo la bocca di parole come “democrazia” e “partecipazione” – supportato da un partito che, scherzi a parte, rientra o dovrebbe rientrare, all’interno dell’ampio e colorito panorama del centro destra italiano. Il Nuovo centro destra, di cui è leader l’ex numero due del Popolo delle libertà, nonché attuale Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha assunto, infatti, un atteggiamento se non altro difficile e, a tratti, oggetto di varie prese di posizione, come quella secondo la quale Ncd altro non sarebbe se non la stampella di un Governo che non solo non sta facendo gli interessi degli italiani in Europa, ma quelli dell’Europa, degli speculatori finanziari e delle lobbies in Italia, ma neppure quelli degli stessi italiani a casa propria (sembra assurdo scriverlo ma è cosi). Il riferimento non è, tuttavia, all’immigrazione, quanto piuttosto alla mancanza della volontà politica di avviare quelle riforme imprescindibili in tema di giustizia, burocrazia, pressione fiscale.

AlfanoEd ecco quindi che in gioco risulta essere persino il futuro del Centrodestra italiano che deve necessariamente ritrovare unità e senso di cooperazione se vuole affrontare una sinistra sempre più in sintonia con i poteri forti e distante dalle esigenze del popolo, offrendo, pertanto, un’alternativa di Governo credibile in merito a proposte, idee e programmi differenti. Questo, quanto meno, è l’auspicio di Silvio Berlusconi che, in diverse circostanze, ha auspicato un riavvicinamento a quello che in molti, per tanto tempo, hanno indicato come il suo possibile successore, ovvero lo stesso Afano. E qui sorgono i problemi, problemi che riguardano non solo i rapporti tra Ncd ed alcuni esponenti di Forza Italia, ma anche quelli tra Ncd e la Lega nord che, volenti o nolenti, oggi è un pezzo importante del centro destra e, comunque, un partner con cui discutere in vista della formazione di una colazione alternativa alla sinistra, sia esse moderata o radicale.

Il Governatore leghista della Lombardia, Roberto Maroni, intervenuto sul dibattito sulle riforme organizzato da Forza Italia, ha infatti dichiarato che “fino a quando Ncd sosterrà il governo Renzi, l’unificazione del centrodestra è una mission impossible”. D’altra parte gli stessi esponenti del nuovo centro destra, in varie circostanze, hanno messo in evidenza i loro dubbi ed il loro forte scetticismo in merito ad una possibile alleanza con il partito di Matteo Salvini. Un importante motivo di acceso scontro è rappresentato dai mai sopiti, quanto piuttosto malamente nascosti, desideri più che autonomisti della Lega, rafforzati dopo gli eventi scozzesi. E, se da un parte, i leghisti amano ripetere che “la sovranità popolare è sacra”, nel senso della richiesta di una sempre maggiore autonomia (o indipendenza), dall’altro Ncd fa sapere, secondo quanto riportato sul sito del Corriere della Sera, in un articolo a firma di Andrea Senesi, che “la strada più proficua per ottenere risultati concreti è quella stabilita dall’articolo 116 comma 3 della Costituzione. La Carta dice che la Repubblica è una e indivisibile ed è difficile immaginare un percorso consensuale sulla via referendaria. Non a caso il governo ha già impugnato davanti alla Corte costituzionale le leggi del Venetoin materia di referendum consultivi su autonomia e indipendenza”. Tuttavia, a dare man forte alla posizione espressa dalla Lega nord, interviene quasi a sorpresa Fratelli d’Italia che tramite il consigliere Riccardo De Corato, sempre secondo quanto riportato dal Corriere, fa presente che “la Scozia ci dice che i cittadini devono poter scegliere attraverso un referendum quello che desiderano per il loro territorio. È un grande esercizio di democrazia, che evidentemente in Italia non piace ad alcuni partiti che in Regione ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote”.

Si tratta insomma di una questione difficile e delicata che si accompagna a quelle della riforma della Giustizia, che comprende la questione della responsabilità civile dei magistrati, della riforma del lavoro, cui si affianca la discussione sull’abolizione o meno della legge Fornero, della riforma del fisco, per non tacere dei rapporti con l’Europa. Tutti temi in merito ai quali si registrano diverse posizioni contrastanti che necessitano di una qualche forma di composizione. La domanda, pertanto, sorge spontanea: qual è il futuro del cento destra italiano? Considerando l’attuale fase politica, caratterizzata da una forte instabilità e da conflittualità latenti, il tempo stringe ed una qualche strada, seppur in salita, deve essere intrapresa.

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About the Author: Luigi Iacopino